Bologna, la madre dell'attentatore in un'intervista. "Mio figlio corrotto da internet"

Youssef Zaghba è il terzo terrorista di Londra. La donna vive in Valsamoggia. "Mi ha chiamata giovedì: ora so che era una telefonata di addio"

Il campanello della casa della madre dell'attentatore

Il campanello della casa della madre dell'attentatore

Bologna, 6 giugno 2017 - E' barricata in casa, non risponde al telefono e non mette il naso fuori di casa. La mamma di Youssef Zaghba, 22 anni e il terzo attentatore ucciso a Londra, è bene conosciuta a Castello di Serravalle, nel territorio di Valsamoggia, dove ora cerca di passare inosservata. Ha conosciuto il padre di Youssef negli anni '90 e per molti anni ha vissuto con lui in Marocco, dove ha anche abbracciato la religione islamica.

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Un anno e mezzo fa è ricomparsa nel paese di origine della sua famiglia, ma senza marito: pare che i due si siano separati. Per un certo periodo - raccontano i compaesani - ha portato il burqua, ora è solita coprire il capo con il velo. Viene anche descritta come una persona riservata e di poche parole. Della radicalizzazione del figlio - racconta in un'intervista rilasciata al sito dell'Espresso - dice si essersi già accorta quando il figlio ha cercato di andare a combattere in Siria. Venne fermato all'aeroporto Marconi con un biglietto di sola andata per Istanbul. "Per lui la Siria era un luogo dove si poteva vivere secondo un islam puro. Lo raccontava secondo una sua fantasia che gli avevano trasmesso da internet. Gli ho sempre detto che c’erano cose orribili che non gli mostravano. Purtroppo non riuscì a fargli cambiare idea". Quando seppe cosa stava per fare il figlio chiese alle autorità di non farlo partire, di fermarlo.

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Dice che non sono state le cattive compagnie a trascinarlo sulla strada del terrore, ma Internet e che "è stato logorato dall'interno". L'ultima volta che ha sentito Youssef è stato giovedì scorso. "Con il senno di poi mi rendo conto che quella nei suoi piani era la telefonata di addio. Pur non avendomi detto nulla di particolare, lo sentivo dalla sua voce", riferisce nell'intervista all'Espresso.

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