Caccia al killer di Budrio, i musei perdono visitatori per colpa di Igor

La direttrice Nerina Baldi: "Gravi danni". 1500 turisti in meno

Norbert Feher alias Igor Vaclavic

Una foto tratta dal profilo Facebook di Ezechiele Norberto Feher, una delle indentita' di Igor Vaclavic, il killer che ha ucciso due uomini, Valerio Verri, la guardia ecologica uccisa nel Mezzano per cui indaga la procura di Ferrara (dove hanno rubricato gli atti con il nome di Igor) e quello di Davide Fabbri, il barista freddato nel suo locale a Budrio, per cui la procura di Bologna ha intestato il fascicolo a Ezechiele. La procura di Ravenna lo ha formalmente indagato oggi anche per un terzo omicidio, quello del metronotte 42enne Salvatore Chianese, ammazzato con una fucilata al volto alle prime ore del 30 dicembre 2015 sulla sbarra di una cava che si apprestava a ispezionare tra Fosso Ghiaia e Savio, nel ravennate. L'omicida e' in fuga nelle zone al confine della provincia di Bologna, Ferrara e Ravenna. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

Bologna, 18 maggio 2017 - Non sono ancora i dati definitivi, ma l’effetto Igor (foto) è costato caro ai musei delle Valli di Campotto, ad Argenta nel Ferrarese, con un calo di affluenza, da gennaio a maggio, di circa 1500 persone. Soltanto nelle ultime due settimane le scolaresche sono tornate ad affollare le due strutture (quella naturalistica e quella all’interno della chiusa di Saiarino). La direttrice del sistema Ecomuseale, Nerina Baldi spera di recuperare i danni causati da Norbert Feher, alias Igor il ‘russo’, il pluriomicida di Budrio e Portomaggiore. «Siamo stati costretti a chiudere per una settimana dal 9 al 14 aprile perché ce lo hanno imposto le forze dell’ordine per motivi di sicurezza – spiega –. Poi nelle settimane successive, dopo la riapertura, il timore di incontrare il killer ha danneggiato sia i musei che i ristoranti della zona».

E ora?

«Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto molte richieste di visite dalle scolaresche e puntiamo a recuperare».

Finita la psicosi del killer?

«In realtà, il fatto di avere una pattuglia in ogni strada e anche nelle zone di campagna, ci fa sentire tutti più sicuri. C’è ammirazione per questi ragazzi delle forze dell’ordine impegnati giorno e notte nella caccia al pluriomicida».

Avete riaperto tutte le strutture?

«I musei sì, ma l’oasi in alcune zone più lontane non è accessibile per motivi di sicurezza. La chiusura dei musei nel momento per noi più importante dell’anno, è stata davvero dannosa. Speriamo che la caccia a Igor si concluda al più presto».

Avete calcolato il calo di affluenza?

«Per ora ho un dato parziale di 1500 persone in meno da gennaio a maggio. Ma vorrei capire meglio il calo proprio nel periodo in cui c’è stato l’effetto Igor. Voglio farlo confrontando i dati con lo stesso periodo dell’anno scorso».

In un anno quante persone visitano i vostri musei?

«Si parla di 19mila persone contando i biglietti e le rassegne. Si tratta di iniziative che riguardano la natura e l’enogastronomia, e anche il complesso sistema di idrovore. A Saiarino abbiamo macchine antiche del 1925 che vanno a vapore».

Le prossime iniziative?

«Domani (oggi per chi legge), alle 10, si terrà un incontro dal titolo ‘Workshop sulla risorsa idrica, Senza manutenzione non c’è prevenzione’. È dedicato a professionisti, tecnici e amministratori degli enti locali. Il 20 e 21 maggio, inoltre, il Museo della bonifica sarà aperto gratuitamente al pubblico».

Quindi, tutto sicuro...

«Abbiamo militari dappertutto. Nella nostra zona, a parte il killer, c’erano stati diversi furti. Adesso i ladri stanno alla larga da Argenta e Campotto».

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