Bologna, killer di Budrio. "Igor mi fa paura,ho 5 figli:compro la pistola per proteggerli"

Molinella, l’autotrasportatore Paolo Merlin: "Viviamo isolati"

Paolo Merlin, 43 anni, con quattro dei suoi cinque figli. Il più piccolo ha appena tre mesi

Paolo Merlin, 43 anni, con quattro dei suoi cinque figli. Il più piccolo ha appena tre mesi

Bologna, 10 maggio 2017 - «Se nessuno mi difende, allora mi difendo da solo con una pistola». Non è per la voglia di farsi giustizia da solo che Paolo Merlin, 43 anni, autotrasportatore che abita al confine tra Molinella e Baricella, è arrivato alla conclusione di chiedere il porto d’armi. Il vero motivo è che Merlin è spaventato dalla presenza di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, il 36enne serbo ricercato per i delitti di Budrio e Portomaggiore e indagato per un terzo, quello di Fosso Ghiaia.  "Voglio soltanto difendere mia moglie e i miei cinque figli – spiega l’imprenditore –. Abitiamo dove si congiungono gli argini del fiume Reno e canale della Botte. Non solo: dietro la nostra casa c’è una chiesa sconsacrata. Ho segnalato ai carabinieri che da tempo porte e finestre dalla casa si aprono e si chiudono come se qualcuno ci abitasse. Erano anni che nessuno ci andava". 

I carabinieri hanno controllato con i cani molecolari e il killer serbo potrebbe essere passato anche da lì. La prefettura potrebbe rigettare la domanda che Merlin ha già presentato: "Sì, so che c’è questa possibilità. Sono incensurato, un lavoratore onesto e padre di una famiglia che ho il diritto di difendere. Il problema è che manca la certezza della pena: è necessario fare in modo che la legge sia chiara. Chi entra in casa per trafugare beni privati e compiere violenze fisiche o psicologiche deve essere consapevole che, una volta acciuffato dalle forze dell’ordine, resterà in galera. La nostra giustizia in questo momento ha maglie troppo larghe".  Secondo Merlin, "il cittadino è costretto a mettersi in proprio. L’arma la terrò lontana dai miei figli. So che è un pericolo averla in casa. Ma cosa posso fare? Abbiamo un killer nella Bassa. È passato a pochi metri da casa mia, magari mentre stavano dormendo".

Fino alla comparsa di Igor, l’autotrasportatore non aveva mai pensato alle armi: "Abito qui nella campagna, lontano da tutto. Ho cercato la tranquillità, ma da quando sappiamo della presenza di Igor non riesco più ad addormentarmi in modo sereno. Quando sono fuori casa ho il terrore che succeda qualcosa alla mia famiglia. Il più piccolo dei miei figli ha tre mesi. Nella mia situazione tutti cercherebbero di evitare pericoli. Ho la responsabilità di salvaguardare i miei cari. Qui nella campagna abitano pochissime famiglie, siamo isolati. Basterebbe poco per un criminale per prendere in ostaggio delle persone. Anche questo è un punto che dovrebbe far riflettere chi dà l’ok al porto d’armi". 

A Baricella il consigliere comunale della Lega Mirko Lazzari, referente per il Carroccio nei Comuni di Terre di Pianura, ha creato un sito e un profilo Facebook lanciando come priorità la legittima difesa. E anche lui che abita nella zona rossa è armato: "Ho due figli da proteggere – spiega Lazzari –. Da quando c’è il pericolo di Igor, come esponente della Lega sul territorio, ricevo chiamate dai cittadini che vogliono chiedere il porto d’armi. Si aspettano informazioni, ma l’iter è troppo difficile. Così si impedisce a un cittadino di difendersi. Troppi dinieghi da parte delle autorità preposte a rilasciare il porto d’armi. Serve una legge ‘vera’ che segua la volontà del popolo. Si semplifichi per gli onesti il possesso abitativo di armi da difesa. E si smetta di rifiutare il porto d’armi. La sicurezza non ha colore politico". 

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