Bologna, ladri in via dei Sabbioni. Famiglia narcotizzata

Notte da incubo accanto ai Giardini Margherita: via con soldi, Rolex e auto. "Mi ha minacciato: non urlare"

L’incrocio tra via Sabbioni e via Castiglione, nel mirino dei ladri (foto Schicchi)

L’incrocio tra via Sabbioni e via Castiglione, nel mirino dei ladri (foto Schicchi)

Bologna, 10 novembre 2016 - Cinque meno dieci. Fuori il sole non è ancora sorto e in casa c’è una sola luce accesa. Quella di una torcia. Poi d’improvviso un’altra accompagnata da ombre e una voce, ferma e decisa, che con tono perentorio intima: «Non urlare!». È l’inizio della fine, la fine dell’ennesimo colpo di lusso in appartamento messo a segno in via Sabbioni. Stavolta, però, a farne le spese è una coppia di coniugi che con ogni probabilità è stata narcotizzata: si sono accorti di tutto solo a ‘giochi’ fatti, quando ormai i ladri avevano racimolato l’ingente bottino in orologi (nove tra Rolex e Cartier), gioielli e denaro (2-3mila euro), tra fitte di dolore alla testa e allo stomaco. E per finire hanno visto la banda fuggire a bordo della loro Mercedes.

Tutto è successo domenica mattina, in un palazzo signorile di via Sabbioni. Stando a quanto ricostruito dai coniugi, poco prima delle cinque il marito si è alzato e «passando fuori dalla finestra della stanza-spogliatoio mi sono accorto di una figura». Un’altra sagoma è comparsa poco dopo, stavolta nella stanza, con tanto di torcia che illuminava la cassaforte. Di fronte alle prima grida del proprietario, il ladro – un uomo alto con accento dell’est – «mi ha intimato di non urlare».

Poi si è dileguato nei corridoi dell’appartamento, raggiungendo la portafinestra del tinello da cui, scopriranno solo dopo i proprietari, erano entrati i ladri. I rumori provocati da quel rocambolesco risveglio hanno subito messo sul chi va là anche la figlia della coppia, che abita al piano di sopra e un altro parente. Questi due, infatti, «sono riusciti a scorgere 3-4 persone fuggire, poi dividersi: alcuni su un’auto in strada, altri sulla nostra Mercedes», racconta la moglie. Solo dopo i proprietari hanno potuto mettere insieme i pezzi del puzzle.I ladri erano entrati forzando, con un tronchese idraulico che fa un minimo rumore, un’inferriata del tinello (gli scuri erano aperti e l’allarme non inserito di notte) che dà su una terrazza accessibile dal giardino con una scala. È bastato aprire una sbarra per creare il pertugio da cui è passato il ladro più atletico, incaricato di aprire poi ai sodali.

«Sono andati a colpo sicuro – raccontano i coniugi – come sapessero dove fossero le cose e cosa aprissero le chiavi. E avevano i guanti». I ladri hanno rovistato nei comodini del letto e nella borsetta della donna che teneva sul comò. Là dentro hanno trovato le chiavi della cassaforte, poi aperta e ripulita. Denunciato l’accaduto alla polizia, dopo qualche tempo la Mercedes è stata rintracciata in zona Ciampino grazie al satellitare. Nello stesso stabile, «circa quindici giorni fa, i ladri avevano tentato di entrare in un altro appartamento dalla portafinestra, non riuscendoci», raccontano. Durante le feste di Ognissanti, da un’altra abitazione a pochi passi di distanza è stata portata via la cassaforte, approfittando dell’assenza dei proprietari. E a fine ottobre una famiglia era stata ripulita sotto la minaccia di ritorsioni sui bambini.

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