Lamborghini, sventata una truffa da 800mila euro

Presentati i protocolli per proteggere le aziende dagli attacchi informatici

Sicurezza informatica, la conferenza nella sede della polizia postale (FotoSchicchi)

Sicurezza informatica, la conferenza nella sede della polizia postale (FotoSchicchi)

Bologna, 7 dicembre 2017 – Sono stati firmati questa mattina i nuovi ‘Protocolli operativi per la sicurezza informatica’, un’intesa stipulata tra la Polizia postale e delle comunicazioni e alcune tra le più note aziende bolognesi, classificate “a rischio di attacchi informatici” (VIDEO).

All’incontro, oltre a Geo Ceccarelli, dirigente del comparto Emilia Romagna della Polizia postale, hanno partecipato il questore Ignazio Coccia, il rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini, il vicedirettore de il Resto del Carlino Beppe Boni e i vertici delle imprese incluse nel progetto. Università e Cineca, e ancora Bonfiglioli riduttori, Ducati motor holding, Philip Morris, Coop Alleanza 3.0 e Gruppo Hera: queste le aziende coinvolte, oltre alle collaborazioni già consolidate lo scorso anno, come quella con Lamborghini. Proprio l’azienda di Sant’Agata Bolognese è finita, a febbraio 2016, al centro di una frode finanziaria di grandi proporzioni, per quasi 800mila euro.

“Si è trattato di un’organizzazione criminale – spiega Geo Ceccaroli – che ha preso di mira direttamente i dirigenti dell’azienda: attraverso un indirizzo email falso, e nelle sembianze di un fantomatico avvocato di un’importante società di consulenza finanziaria, è stata inoltrata la richiesta di un bonifico da 780mila euro, da depositare su un conto corrente a Hong Kong. Tutto questo ha insospettito i responsabili di Lamborghini, che hanno contattato immediatamente la Polizia postale”.

“Grazie a un lavoro complesso ma efficace – continua Ceccaroli – è stato possibile arrivare all’arresto di un algerino di 57 anni, con cittadinanza franco-israeliana, giunto in Italia da Parigi. L'uomo non solo è risultato essere un esperto informatico di una grande rete internazionale, ma un consulente manageriale laureato alla Sorbona: nei suoi dispositivi è stato individuato un database minuzioso su 6400 manager di punta di 900 società ed enti pubblici e privati”.

Nasce dall’esito positivo dell’operazione condotta dalla Polizia postale e delle comunicazioni la volontà di rinnovare anche quest’anno la firma di un altrettanto numero di protocolli, per coinvolgere sempre più aziende e rafforzare la prevenzione contro gli attacchi informatici.

“Nel corso degli anni – aggiunge il dirigente della Polizia postale – il ruolo delle forze dell’ordine in campo informatico ha subito un’evoluzione graduale. La Polizia delle comunicazioni, creata nel 1981, si concentrava inizialmente nel prevenire i reati postali (missione mai abbandonata, ndr). Via via la nostra azione si è adattata allo sviluppo tecnologico e, in maniera particolare, al contrasto di nuove tipologie di reati, come la pedofilia online, il cyberterrorismo, le frodi finanziare e, non da ultimo, la protezione delle infrastrutture a rischio. Grazie alle direttive del ministro Minniti, infatti, siamo ora di fronte a una sorta di Polizia postale 4.0”.

“Svolgere un’azione preventiva attenta e puntuale – commenta il questore Ignazio Coccia – è fondamentale per proteggere strutture informatiche complesse”.

Il rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini ha aggiunto: “Questi attacchi, come dimostrato, sono molto diversi dal passato perché avvengono su scala globale. Per far fronte a queste minacce serve maggiore consapevolezza, che ogni tanto viene a mancare, e bisogna partire proprio dalla formazione. Dall’altra parte, però, deve esserci sinergia tra le imprese e le istituzioni”.

“Parliamo spesso di quarta rivoluzione industriale – conclude Ubertini –, ma in realtà ormai è tutto digitale, dai voti ai soldi, passando addirittura per le amicizie. Ecco perché sono convinto sia di vitale importanza rafforzare la cybersecurity”.

D’accordo anche Beppe Boni, vicedirettore de il Resto del Carlino: “Le stime parlano di 250 reati informatici ogni 100mila abitanti: sembra una cifra da poco, ma non è così. Credo sia indispensabile informare anche i singoli cittadini, fin dall’età adolescenziale, per prendere sempre più coscienza su questi fenomeni”.  

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