Schiaffi e insulti in classe, maestro a processo

I fatti risalgono all'anno scolastico 2014-2015, in una scuola elementare

Maltrattamenti (foto di repertorio)

Maltrattamenti (foto di repertorio)

Bologna, 23 settembre 2016 - Gli insulti, quasi tutti irripetibili, erano bazzecole in confronto al resto. Già, perché l’insegnante di una scuola elementare della Bassa faceva ben di peggio ai suoi alunni: schiaffi, calci, mani strette al collo, sgambetti e perfino lancio di quaderni all’indirizzo dei bambini.

Una brutta storia di maltrattamenti in classe sfociata l’altro giorno nel rinvio a giudizio dell’uomo, G. V., 65 anni, salernitano d’origine trapiantato da anni nel Bolognese (di cui pubblichiamo solo le iniziali per non rendere riconoscibili le piccole vittime). Il giudice Gianluca Petragnani Gelosi ha accolto la richiesta del pm Simone Purgato e il processo inizierà il 5 aprile.

I fatti risalgono all’intero anno scolastico 2014-2015 e sono cinque i piccoli maltrattati, tutti fra i sette e gli otto anni. Il capo di imputazione fa rabbrividire: "Il maestro sottoponeva gli alunni – scrive infatti il pm Purgato – ad abusi psicologici, spesso offendendoli con espressioni quali ‘str...’, ‘deficiente’, ‘maiale’, ‘figlio di p...’. Si rendeva altresì autore di una serie di abusi di tipo fisico, talvolta colpendoli, in particolare afferrandoli e stringendo loro il collo, afferrandoli dietro il collo e trascinandoli di peso alla lavagna, tirando loro i capelli, a volte schiaffeggiandoli e lanciando verso di loro dei quaderni".

Erano stati gli stessi bimbi a raccontare tutto, prima a un’altra maestra e poi agli inquirenti dopo l’avvio dell’inchiesta da parte della Procura. A quel punto era venuto fuori tutto il malessere dei bambini, "costretti a trascorrere l’anno scolastico – mette nero su bianco il pm Purgato nel capo d’imputazione – in una situazione di stress, ansia e paura".

A un alunno, particolarmente preso di mira, l’insegnante fece (secondo l’accusa) davvero di tutto: in una circostanza lo colpì con un calcio, più volte lo fece inciampare facendogli lo sgambetto, spesso lo afferrava per l’orecchio e, quando l’allievo lo minacciò di raccontare tutto alla madre, lui rispose che avrebbe "chiamato la polizia". Il tutto condito da una sequela infinita di insulti.

Una bambina fu presa in giro e umiliata per il suo aspetto fisico: "Mangia pure, che diventi così quando sei grande", le diceva il 65enne mimando le sembianze di una persona grassa. Poi, oltre ai ‘soliti’ calci e schiaffi, una volta la afferrò per il collo e le sputò, dopo averla chiamata ‘cicciona’. Un’altra alunna fu afferrata per il collo e sollevata di peso, mentre una compagna fu colpita sotto l’occhio da un quaderno lanciato dal maestro, che la costrinse poi a stare in piedi contro il muro solo perché aveva sbagliato le tabelline. Infine, un’ultima alunna fu fatta "sbattere di proposito contro il muro, facendole male a una scapola", conclude il pm.

Fin qui le accuse. L’interessato, che insegna ancora ma nel frattempo si è trasferito in un’altra provincia, nega però gli addebiti. "Il mio assistito respinge le accuse – dice uno dei sui legali, Fabio Guandalini –, i fatti di cui è accusato non sono avvenuti. Fino a un certo punto era il migliore insegnante del mondo, poi, dopo una lezione sui diritti dei bambini fatta in classe, gli alunni hanno raccontato di tutto. Siamo fiduciosi di chiarire tutto nel processo".

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