Bologna, in primavera le nuove riprese di Coliandro

I Manetti Bros. in città per presentare il loro musical “Bologna è stata lasciata per troppo tempo agli studenti”

Giampaolo Morelli durante le riprese di Coliandro a Bologna

Giampaolo Morelli durante le riprese di Coliandro a Bologna

Bologna, 23 novembre 2017 – I Manetti Bros. sono di nuovo in città. Questa volta per presentare il loro musical ambientato a Napoli Ammore e malavita al cinema Lumière alle 21.30. Qui per girare, invece, Marco e Antonio Manetti ci torneranno la prossima primavera, quando riprenderanno le storie di Coliandro in quella Bologna che, affermano, «è come se stesse vivendo una rinascita dopo un po’ di anni bui, un periodo forse troppo lungo nelle mani degli studenti».

Marco, Bologna è una città che amate e che avete anche contribuito a radicare nel cuore di tutta Italia, Napoli invece è il vostro nuovo amore. Cosa rappresenta per voi?

«La capitale della cultura italiana. Non c’è città che rappresenti al meglio il nostro mito nel mondo, da Totò, De Filippo e Sophia Loren, passando per la pizza. La faccia del made in Italy è questa e già con Song’e Napule del 2013 avevamo riscoperchiato un vaso di Pandora, riproposta una visione che si era già avuta negli anni Sessanta, poi persa negli ultimi vent’anni per eccesso di dark».

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Il vostro pensiero è positivo, ci vuol coraggio quando la tendenza è un’altra...

«Da un po’ di anni, col ‘gomorrismo’, per certa cinematografia napoletana seriosa, Napoli stava perdendo la sua forza, per essere vista solo come una città piena di problemi e impossibile da salvare. Quindi sì, ci vuole coraggio, in un momento in cui c’è il trionfo del male, del dover mostrare solo problemi, affrontare un tema come il nostro e dare una visione così».

Perché nel musical predomina l’amore...

«Amore e malavita, amore e morte, contrasto tra bene e male. La nostra idea ci debba essere libertà di amare, nonostante tu debba obbedire a qualcuno, dalla malavita a un capo ingombrante. E’ un film sentimentale».

A Napoli però i problemi ci sono...

«Affrontiamo il discorso raccontando dei turisti che pagano per andare a vedere le Vele di Scampia con un tour operator e c’è anche una canzone, in Scampia Disco Dance si canta la ultimate touristic experience».

La formula del musical perfetto? Perché immagino ne abbiate visti...

«Ci piace ma non lo compriamo a scatola chiusa. Abbiamo amato Cantando sotto la pioggia, Grease, Hair, Mamma mia, Tutti dicono I love you. Recentemente ci sono più polpettoni... noi crediamo che la perfezione sia Grease da cui abbiamo copiato l’equilibrio tra quando si canta e si balla e faticato nel inserire canzoni che continuassero la storia e non fossero solo un intermezzo».

In tutto questo Bologna è ancora un grande amore?

«Certo e siamo contenti di tornarci a primavera per girare la nuova serie di Coliandro, perché ci è parso che la città sia tornata a sorridere, che ci sia una nuova voglia di essere accoglienti, per strada si sente. Forse è stato pericoloso averla affidata così a lungo agli studenti che condizionavano tutto, anche un certo tipo di fruizione culturale. Ecco, mi sembra si sia tornati ai tempi di quel Link che era simbolo di una città aperta e vogliosa di abbracciare tutti».

FOTO / Le location - Tutti i volti bolognesi della serie

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