Meningite B e pneumococco, vaccinerà anche il medico di famiglia

Misure allo studio. Infermieri: sì all’iniezione senza dottore accanto

Angelo Fioritti

Angelo Fioritti

Bologna, 1 aprile 2017 - I medici di famiglia potranno fare, nei loro ambulatori, le vaccinazioni non solo contro l’influenza, ma anche per evitare il contagio da meningite e da pneumococco. E non è tutto: nelle sedi dell’Ausl più infermieri contemporaneamente, sotto supervisione medica, potranno eseguire la profilassi vaccinale. Sono le misure che l’Ausl sta studiando. Facciamo un passo indietro: la scorsa settimana le mamme che volevano proteggere i loro figli dal meningococco B, hanno fatto sentire la loro voce chiedendo all’Ausl più sedute vaccinali. E il pressing aveva portato alla riapertura delle agende. Ma le richieste continuano a essere in crescita.

Che fare? “Siamo disponibili a vaccinare nei nostri ambulatori sia contro la meningite sia contro il pneumococco per gli over 65 – dice Fabio Maria Vespa, segretario provinciale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) – e lo abbiamo già fatto presente all’Ausl, presentando un progetto articolato. Ci auguriamo che la nostra proposta venga accolta”. La parola passa ad Angelo Fioritti. “Ci fa piacere la disponibilità della Fimmg e la accoglieremo – risponde il direttore sanitario dell’Ausl – visto che vogliamo riorganizzare la rete vaccinale, incrementando l’offerta del 50% grazie all’apertura di più punti e di orari ampliati. Anzi, predisporremo accordi integrativi anche con i medici di medicina dei servizi, mediante incarichi temporanei nelle nostre sedi. La vaccinazione, infatti, è solo apparentemente un’operazione banale, perché non si tratta solo di un’iniezione: bisogna aprire una scheda e avere a disposizione le risorse dei medici e degli infermieri”.

A proposito di meningite B, Fioritti snocciola i numeri delle vaccinazioni che testimoniano l’escalation: “Nel 2015 abbiamo fatto 900 vaccinazioni, poi dopo l’allarme nel 2016 siamo saliti a 2.600, ora pensiamo di sfiorare quota 10mila a fine anno. I cittadini stiano tranquilli, non ci sono rischi di un’epidemia, tuttavia riusciremo a soddisfare tutte le richieste”. L’altra novità coinvolge gli infermieri.

“La Regione ci invita a dare il via all’autonomia vaccinale degli infermieri”, spiega Fioritti. Vediamo da vicino le modalità. “Gli infermieri potranno fare da soli le vaccinazioni nei nostri ambulatori – chiarisce il direttore sanitario – e il medico sarà presente nella struttura, ma non dovrà più essere accanto all’infermiere. Il rapporto sarà di un medico ogni cinque infermieri. Naturalmente dovremo predisporre un’adeguata formazione. Poi, potrà accadere che alcuni medici continuino a vaccinare, come avviene attualmente. In ogni caso, l’obiettivo è quello di snellire sensibilmente le lista d’attesa. Tutta la riorganizzazione sarà presentata prossimamente alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana e così contemporaneamente conosceremo dai sindaci le esigenze della popolazione”.

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