Bologna, il nuovo maxi laboratorio di batteriologia del Sant’Orsola

Completamente automatizzato, ospita le analisi a livello metropolitano. Un milione e mezzo di test all'anno

La nuova batteriologia del Policlinico Sant’Orsola (foto Schicchi)

La nuova batteriologia del Policlinico Sant’Orsola (foto Schicchi)

Bologna, 2 dicembre 2016 - Non solo le analisi unificate a livello metropolitano in un solo laboratorio. La nuova batteriologia del Policlinico Sant’Orsola di Bologna è anche tra le prime in Europa ad essere completamente automatizzata. Quello che fino a poco tempo fa gli specialistici dell’ospedale facevano a mano, infatti, oggi viene fatto da un robot: il prelievo del campione dalla provetta, la scelta delle piastre di coltura, la semina e l’incubazione, durante la quale ogni tre-sei ore viene scattata un’immagine in digitale per la lettura da parte del microbiologo per scoprire eventuali patogeni (virus, batteri, funghi o altro).

Al taglio del nastro, oggi pomeriggio al padiglione 20 del Sant’Orsola, erano presenti il direttore del Policlinico Mario Cavalli, la responsabile della microbiologia del Sant’Orsola, Maria Paola Landini, il rettore dell’Alma Mater di Bologna, Francesco Ubertini, e la direttrice dell’Ausl Chiara Gibertoni. Per il Sant’Orsola si tratta di un investimento complessivo da 460.000 euro all’anno per nove anni. La gara d’appalto è stata vinta dalla Copan di Brescia, battendo la concorrenza di un’azienda americana. “Un doppio successo”, commenta Landini, che da domani assumerà il nuovo ruolo di direttore scientifico del Rizzoli. Al suo posto al Sant’Orsola subentra Maria Carla Re.

La nuova batteriologia del Sant’Orsola, insieme a virologia e sierologia rimaste invece al padiglione 11, formano la nuova microbiologia unica metropolitana, che svolgerà ogni anno circa 1,5 milioni di esami per il Policlinico, il Rizzoli e le Ausl di Bologna e Imola. Nei nuovi laboratori del Sant’Orsola arriveranno da tutta l’area metropolitana anche i tamponi per i test sui batteri resistenti agli antibiotici (oltre 46.000 esami fatti finora nel 2016) e sulle malattie che stanno tornando, come la tubercolosi, che si attesta per ora a meno di un caso ogni 100.000 abitanti. Una unificazione che “rientra nel progetto di integrazione tra le aziende”, sottolinea Cavalli. “La competenza concentrata qui garantisce lo stesso livello di qualità a tutti i cittadini”, aggiunge Gibertoni.

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