Migranti, l’affondo di Merola: "Renzi sblocchi soldi e assunzioni"

Il sindaco: ospitarli costa il doppio, serve subito un piano nazionale

Il sindaco Virginio Merola (Foto Schicchi)

Il sindaco Virginio Merola (Foto Schicchi)

Bologna, 23 settembre 2016 - MA ALLA fine qual è la soluzione sulla gestione dei migranti?

«Lo Stato deve metterci i soldi necessari e i Comuni non devono fare i furbi. In Italia le responsabilità non sono mai uniche...», allarga le braccia Virginio Merola.

Il sindaco di Bologna da tempo è in prima linea nella lotta al Governo Renzi che «lascia da soli» i sindaci e ha promesso una «piattaforma di combattimento» in seno all’associazione nazionale dei Comuni. Ma, a partire da un fronte minato come la gestione dei migranti, rivolge un appello anche ai ‘colleghi’ alla guida dei Municipi.

Sindaco, Bologna è fra le città d’Italia che ospitano più minori non accompagnati. Il sistema regge?

«In Emilia abbiamo previsto in tempo una fase di emergenza che ormai è diventata strutturale. Abbiamo due hub, centri di smistamento, uno per adulti e uno per i minori, più un sistema di secondo livello, ma la situazione non è semplice».

I costi di gestione sono alti.

«A oggi abbiamo un rimborso di 45 euro a minore, la stessa cifra degli adulti, ma è ovvio che la gestione di un minore è decisamente più alta. Per i minori non accompagnati spendiamo circa il doppio. Non si può pensare a una cifra fissa in questo campo: bisogna valutare progetto per progetto. I conti, sennò, non tornano».

E alla fine chi paga? I normali cittadini.

«Non è giusto che le comunità locali paghino quello che lo Stato non finanzia. E non è giusto che paghino solo i cittadini di alcune città e altri no».

Sarebbe a dire?

«Su 8.000 Comuni italiani, solo 1.200 ospitano rifugiati aderenti al cosiddetto Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Perché?».

Perché?

«Perché il sistema è da cambiare. Perché serve un sistema premiale che preveda risorse e aiuti a chi ospita i migranti. Perché forse si ignora che chi non aderirà allo Sprar, rischia di finire alla mercé dei prefetti che avranno il potere assoluto sull’invio degli stranieri nei territori».

La gente però è stanca. E anche molti sindaci si sentono isolati e trascurati dal Governo. Non crede?

«E hanno ragione, se si continua così e il Governo non investe con più fondi e finanziamenti, i Comuni non avranno più risorse per collaborare. A breve».

Cosa chiede al Governo?

«Attendiamo una risposta in maniera urgente e non differibile: quello dell’accoglienza è un tema cruciale per la convivenza urbana. Abbiamo dimostrato che la situazione si può tenere sotto controllo, ma solo con una ripartizione equa, come proposto in Anci. Poi c’è il tema dell’assistenza».

Sarebbe a dire?

«I Comuni che aderiscono allo Sprar dovrebbero avere diritto a essere esentati dai vincoli sull’assunzione del personale. Servono nuovi operatori specializzati».

Il Governo però pare in attesa: cosa accadrà se non ci si muove in fretta?

«Possiamo reggere ancora un po’, solo perché abbiamo il bilancio in ordine. Ma ci sono Comuni già in difficoltà. Il Governo deve intervenire».

Con il premier Matteo Renzi non è stato tenero. Cosa gli direbbe?

«Si è battuto bene in Europa. Ma occorre al più presto una risposta rapida sul sistema di accoglienza nazionale, come ha evidenziato il mio collega di Milano Beppe Sala. Bisogna sbloccare finanziamenti e assunzioni».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro