Bologna, viaggio in Montagnola, tra risse, pusher e arresti in diretta

Nel parco controlli quotidiani, anche dopo le aggressioni subite dall’inviato di Striscia la notizia. Ma nulla è cambiato

Il fermo di un pusher in Montagnola, mercoledì scorso

Il fermo di un pusher in Montagnola, mercoledì scorso

Bologna, 8 dicembre 2017 - Spaccio, risse, rapina, aggressioni. La Montagnola è sempre più nelle mani dei pusher che all’interno del parco, negli ultimi mesi, hanno messo in atto una serie di azioni che hanno di fatto portato alla quasi desertificazione della zona. L’ultimo episodio eclatante risale a poco meno di una settimana fa quando due nigeriani di 20 e 25 anni, entrambi richiedenti asilo, sono finiti in manette dopo aver colpito a calci e pugni due poliziotti che volevano controllarli. Molto clamore, poi, hanno suscitato le due aggressioni subite dall’inviato di ‘Striscia la Notizia’, Vittorio Brumotti che, durante due servizi realizzati il 15 e il 29 novembre è stato aggredito dai pusher. Nel primo caso i carabinieri hanno denunciato due gambiani di 17 e 20 anni e arrestato un marocchino e un altro gambiano, rispettivamente di 28 e 29 anni. Per il secondo episodio, invece, un senegalese di 29 anni è stato denunciato per percosse e danneggiamento.

Brumotti in Montagnola a Bologna (Ansa)

A distanza di una settimana, però, è cambiato poco, nonostante i continui controlli effettuati dalla polizia, dai carabinieri e dalla municipale con l’unità cinofila. Alle 15 di un normale mercoledì di dicembre il parco è popolato di pusher. Fin dalle scalinate di via Irnerio è un continuo di “compà vuoi fumo?”, “ti serve qualcosa?”. Una volta varcati i cancelli della Montagnola, quindi, trovare della droga è semplicissimo. Basta uno sguardo. Uno spacciatore, seduto su una panchina con altre cinque persone ci segue con gli occhi. Quando capisce che siamo interessati a parlargli si alza e ci viene incontro: “Quanta te ne serve?”, parte diretto. “Di cosa?”, rispondiamo noi. Il pusher ci offre della marijuana, che rifiutiamo chiedendo, invece, della cocaina. Lo spacciatore non fa una piega, si risiede sulla panchina e ci offre un grammo per 100 euro, invitandoci a spostarci su una panchina poco lontano e aspettare. Il prezzo, però, non ci convince e proviamo a trattare, ma quando tentiamo di avvicinarci ci ammonisce: “Resta dove sei, non venire qui. Non è sicuro. Sto controllando la macchina”.

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La macchina è un’auto della polizia che è appena entrata nel parco. “Se vuoi, posso scendere a 80 euro, ma non di meno. Però torna dopo, perché adesso è pericoloso”.Ci allontaniamo e all’altezza della scalinata del Pincio, la polizia arresta un pusher, mentre invece noi, poco lontano, veniamo subito agganciati da altri spacciatori che ci offrono marijuana, hashish, eroina e altra cocaina, in un circolo vizioso che non sembra avere fine.

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