Bologna, blitz alla Montagnola. Sei arresti e undici denunce

Spaccio di droga e reati in materia d’immigrazione: tanto lavoro per i carabinieri

Cane antidroga in azione (foto d'archivio Afp)

Cane antidroga in azione (foto d'archivio Afp)

Bologna, 26 ottobre 2017 – Cercare delinquenti alla Montagnola è un po’ come calare le reti in un mare pieno di pesci. Lo dicono i numeri: sei arresti e undici denunce formano il bilancio di un’operazione che ha visto i carabinieri passare al setaccio il parco nei giorni scorsi. A terra gli anifibi e i cani del Nucleo Cinofili, in aria gli elicotteri dell’Arma di Forlì.

L’obiettivo dei militari? La droga soprattutto. Quattro persone sono finite in manette per spaccio. Si tratta di un tunisino, un pakistano, un gambiano e un senegalese sorpresi dagli uomini in divisa mentre vendevano dosi di hashish e marijuana. Sono stati sequestrati loro 25 grammi di stupefacenti. Altri 100 grammi di sostanze, contenuti in undici involucri nascosti in diversi punti dell’area verde, sono stati trovati dai cani antidroga e requisiti. Nell'operazione è incappato pure un cittadino senegalese che deve scontare la pena di undici mesi per spaccio. Così, anche per lui è scattato l’arresto. Sono state sette, invece, le persone segnalate alla Prefettura come assuntori di stupefacenti; tra queste anche un minore.

L’altro piatto forte dell’operazione sono i reati in materia d’immigrazione. Una manovra a tenaglia ha consentito di arrestare un somalo ricercato dalla polizia per associazione a delinquere finalizzata al traffico di migranti. Un’accusa suggellata da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bologna. I militari che perlustravano la zona dall’elicottero hanno notato l’uomo che, alla vista delle divise, si allontanava in modo sospetto dall’area dei controlli; e i colleghi di terra, ricevuta la segnalazione, lo hanno individuato, bloccato e rinchiuso nella casa circondariale. Violazioni delle leggi sull’immigrazione sono state contestate ad altri undici stranieri provenienti da Gambia Tunisia e Nigeria, denunciati a piede libero.

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