Bologna, avvocato morì dopo biopsia, medico condannato

Nove mesi a uno pneumologo del Sant’Orsola. Assolto un radiologo. La famiglia: «Giustizia è fatta»

Giosuè Calabria, morto a 72 anni dopo una biopsia eseguita nel 2011 al Sant’Orsola

Giosuè Calabria, morto a 72 anni dopo una biopsia eseguita nel 2011 al Sant’Orsola

Bologna, 28 ottobre 2016 - Condannato a nove mesi di carcere lo pneumologo Francesco Fattibene, assolto il radiologo Massimo De Matteis. E’ questo l’esito del processo per omicidio colposo che si è concluso stamane in tribunale sulla morte di Giosuè Calabria, professore di diritto in pensione, avvocato e scrittore di 72 anni deceduto il 24 agosto 2011 dopo essere stato sottoposto a una biopsia tac guidata in day hospital al Sant’Orsola. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Renato Poschi, che ha anche disposto provvisionali di 25mila euro per i fratelli di Calabria, parti civili e assistiti dagli avvocati Michele Facci e Oreste Bisazza Terracini, e il risarcimento da quantificarsi in sede civile.

Per lo pneumologo, difeso dall’avvocato Pietro Giampaolo, l’accusa aveva chiesto due anni. A Fattibene, accusato di aver tagliato per sbaglio l’aorta polmonare (durante la biopsia) provocando un’emorragia fatale al paziente, è stata concessa la sospensione condizionale della pena. Il radiologo, difeso dall’avvocato Ciriaco Rossi, è stato assolto con formula della la vecchia insufficienza di prove. I figli, i nipoti e l’ex moglie della vittima erano stati già risarciti in sede civile, con una somma record di un milione di euro.

«Io e i miei fratelli siamo soddisfatti e ci sentiamo risollevati perché è stato riconosciuto che nostro padre è morto per una colpa grave. Abbiamo avuto giustizia», commentano Annalisa e Michela Calabria, figlie della vittima, presenti alla lettura della sentenza.

«La difesa aveva chiesto l’assoluzione e respinto qualsiasi ipotesi di colpa riconducibile alla condotta tenuta dal dottor Fattibene. Il concetto di colpa è stato necessariamente trattato sotto il profilo giuridico», dice l’avvocato Pietro Giampaolo, difensore del medico pneumologo.

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