Bologna, negozi a porte chiuse per inquinare meno. Sanzioni a chi sgarra

Ordinanza del Comune con un'eccezione: gli accessi con lame d'aria

Uno dei negozi del centro città

Uno dei negozi del centro città

Bologna, 17 novembre 2017 - E' in vigore da ieri l’ordinanza che obbliga i negozi cittadini a tenere le porte d’ingresso chiuse mentre sono in funzione il riscaldamento d’inverno o l’aria condizionata nel periodo estivo. Un provvedimento che per il Comune "ha come obiettivo il contenimento delle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera" e che è stato annunciato una settimana fa da Valentina Orioli. L’assessora all’Ambiente, come ricorda Palazzo d’Accursio, ha "già dato preventiva comunicazione alle associazioni di categoria chiedendo collaborazione e supporto nel diffondere i contenuti dell’ordinanza fra gli associati".

La violazione dell’ordinanza comporta una sanzione che va da 50 a 500 euro (con possibilità di pagamento ridotto pari a 100 euro). L’ordinanza inoltre attua il Piano aria integrato regionale (Pair) e prevede, oltre all’obbligo di chiusura, anche "il divieto di installazione o di utilizzo di impianti per la climatizzazione invernale o estiva in spazi di pertinenza degli edifici, di circolazione e collegamento comuni a più unità immobiliari e in vani e locali tecnici". Un dettame che stoppa il riscaldamento in atrii e vani scala condominiali.

Ma non è tutto però, perché il provvedimento prevede un’eccezione sostanziale. Dal provvedimento, precisa l’amministrazione, sono esclusi i negozi dotati di dispositivi alternativi alle porte per l’isolamento termico. Si tratta di alcune tipologie di quei dispositivi chiamati in gergo ‘lame d’aria’, montati di solito sulla sommità degli ingressi e che molti esercizi del centro, soprattutto quelli delle grande catene, hanno montato negli anni per ovviare al problema del rimescolamento termico.

"Comprendiamo le esigenze di rispetto dell’ambiente e di controllo dei consumi energetici – spiega Giancarlo Tonelli, direttore generale Ascom –, ma dopo 9 anni di crisi economica, il fatto di accogliere i clienti con la porta aperta è anche un’operazione di accoglienza e marketing commerciale, affrontata da molti spendendo dei soldi e dotandosi dei necessari dispositivi. Per questo crediamo che sarebbe stato preferibile il dialogo al divieto, che ci sembra eccessivo. Avremmo preferito un’azione di persuasione di concerto con la polizia municipale". Secondo Confesercenti "molti negozi hanno le lame d’aria, quindi l’incidenza di un’ordinanza del genere ci pare contenuta, non cambia granché – spiega il presidente provinciale Massimo Zucchini –. Piuttosto, ci sembrerebbero più urgenti altre campagne, magari volte alla sicurezza e alla lotta agli abusivi". Per il consigliere comunale Andrea Colombo (Pd) invece quella dell’ordinanza "è una bella notizia, una misura di civiltà. Nel 2017 è fuori dalla storia pensare di poter sprecare ancora energia così. Sono sicuro che le attività commerciali sapranno cogliere l’interesse generale che sostiene la scelta, anche per la crescente sensibilità ambientale dei clienti".

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