Obbligo di mascherina all'aperto, a Bologna c'è chi dice no

Debutto della nuova ordinanza anti-Covid: in zona universitaria pochissimi ragazzi indossano i dispositivi. Più diligenti gli adulti

Non tutti in centro hanno indossato la mascherina

Non tutti in centro hanno indossato la mascherina

Bologna, 3 ottobre 2020 - Bologna ha due facce: una coperta, l’altra no. È scattato ieri alle 18 l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto voluto dal sindaco Virginio Merola, che resterà attivo fino alle 24 di domenica e sarà reiterato ogni weekend.

AGGIORNAMENTO / Obbligo di mascherina a Bologna, prime multe in centro

È da poco passata l’ora ‘X’ quando il centro storico si spacca in due. Da una parte c’è via Zamboni, la zona universitaria, in cui addentrandosi è progressivo il calo drastico di persone osservanti la nuova misura. In Piazza Verdi è ora d’aperitivo e i giovani studenti sono per lo più a volto scoperto o con la mascherina abbassata. Di certo c’è che i controlli sono già iniziati, con una concentrazione nelle zone della movida. Un primo bilancio su eventuali multe arriverà già stamani, anche se l’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini è convinto che il giorno clou sarà stasera, "col rischio di un crescendo nel prossimo weeekend". Di sicuro, visto l’aumento dei contagi, Aitini è pronto a eventuali giri di vite e, quindi, "a chiusure di altri luoghi oltre a piazza San Francesco in caso di criticità" , oltre ad auspicare di estendere il provvedimento anche nei comuni vicini o a livello regionale. Intanto, i giovani si dividono sulle nuove regole. "Trovo giusto imporre l’obbligo della mascherina – così Chiara D’Acunto, studentessa fuorisede –. Abbiamo dimostrato che senza sanzioni non attuiamo con regolarità questo meccanismo di tutela. Perciò mi meraviglio che si inizi solo oggi, al Sud è la normalità da agosto". Un pensiero poco popolare però se risalendo via Petroni si arriva in piazza Aldrovandi, dove a gruppi decine di ragazzi chiacchierano e consumano bevande senza tracce delle mascherine obbligatorie. "In Puglia quest’obbligo c’è da almeno un mese, sono stupita che qui sia stato attivato solo ora – è il commento di Diana Albino in Piazza Santo Stefano, dove la situazione inizia a migliorare –. In questa zona ho visto più persone del solito con la mascherina, la gente sapeva che sarebbe scattato l’obbligo e in un buon numero mi pare si siano adattati. Il fatto di rischiare una multa sortisce l’effetto voluto". È una Piazza Santo Stefano più ossequiosa infatti, dove anche negli spazi in cui non sono presenti i dehors dei locali gli avventori e passanti indossano per la maggior parte la mascherina e solo quelli seduti sui gradini trasgrediscono. Stessa situazione in piazza Galilei, dove il solito gruppo di ragazzini (già multati dalla polizia due giorni fa) staziona senza l’ombra di una mascherina. "La questione non è però circoscrivibile al solo obbligo – così Iliana Centolame –. Penso che il rischio di ricevere una sanzione sia dissuasivo sì, ma occorrono anche controlli. Controlli per garantire il distanziamento. Eravamo in una via di locali molto affollata poco fa e sebbene tanta gente avesse la maschera era impossibile stare lontani gli uni dagli altri". Il trend non cambia quindi spostandosi nel cuore del Quadrilatero. I passanti per lo più sono mascherati, il senso dell’obbligo decade però non appena ci si siede in uno dei molti luoghi di ristoro. Dai gradini della Sala Borsa a quelli del Nettuno, fino ai piedi di San Petronio, lì le mascherine scarseggiano. "Sapevo di questa nuova misura e penso sia giusto – così Alfio Gianluca Chimenti –. A quest’ora in Piazza Maggiore ci sono per lo più persone appartenenti a fasce d’età responsabili e consapevoli, quindi mi aspettavo un primo miglioramento e così è stato". Sono passate da poco le 19.30, l’aperitivo volge al termine e lascia spazio alla vita notturna, quando i giovani guadagnano le strade non solo della zona universitaria e la guardia necessariamente si alza. Come d’ora in poi deve fare la mascherina.

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