Omicidio Alessandra Matteuzzi a Bologna, il testimone: “Mai vista una scena così cruenta”

Una vicina: “Padovani era freddo e lucido”. La donna fu uccisa la sera del 23 agosto scorso dall’ex fidanzato. Il 3 maggio la prima udienza del processo

Alessandra Matteuzzi e l'ex fidanzato Giovanni Padovani

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Bologna, 20 marzo 2023 – “Non mi era mai capitato in vita mia di assistere direttamente a una scena così cruenta”. Così un vicino di Alessandra Matteuzzi, la donna uccisa la sera del 23 agosto sotto casa a Bologna dall'ex fidanzato Giovanni Padovani, ha descritto le fasi del delitto a cui ha assistito, sentito qualche giorno dopo dalla squadra mobile.

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La testimonianza, agli atti dell'indagine della Procura, è quella di chi intervenne per tentare di calmare il 27enne calciatore dilettante, quando però ormai era tardi, perché aveva già colpito Alessandra con un martello, con una panchina e con calci e pugni anche quando era già priva di sensi.

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Il vicino, che si frappose tra l'indagato e la vittima per impedirgli di infierire ulteriormente, ha riferito che Padovani a un certo punto raccolse da terra il telefono della donna, iniziò a scorrere le chat “aprendone alcune per farmi vedere il contenuto e aggiungendo 'Guarda, vedi che mi tradisce’. Per me le condotte che il ragazzo portava avanti erano quelle di una persona scossa, ma comunque centrata, presente e attenta a quello che stava facendo”.

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Un'altra vicina, anche lei intervenuta richiamata dalle urla, ha confermato che «la scena era tremenda» «Lui –  ha aggiunto –  era lucido, freddo e dicendogli di smetterla ho afferrato la panchina riuscendo a distanziarla da loro, trascinandola, lontana dal corpo di lei». Padovani avrebbe ripetuto a chi era lì: «Non ce l'ho con voi» e «Tanto in carcere ci vado».

A novembre 2021 Giovanni Padovani aveva cercato di assumere un investigatore privato per far controllare la compagna Alessandra.  A contattare la squadra mobile che ha indagato sul delitto è stato lo stesso investigatore, a fine agosto, dopo aver letto sui giornali dell'omicidio, riferendo di alcune richieste “ossessive” e “che rasentavano talvolta l'assurdità” che il 27enne Padovani gli fece. La sua testimonianza è agli atti dell'inchiesta: la prima udienza del processo è fissata il 3 maggio davanti alla Corte di assise, per omicidio aggravato da premeditazione, stalking, futili motivi e legame affettivo.

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