Bologna, omicidio a Budrio. Caccia a un ex soldato della fanteria russa / FOTO e VIDEO

Il rapinatore è stato riconosciuto da un vigilante di Ferrara: ha l'accento dell'est, mimetica e corporatura uguali

Davide Fabbri, 52 anni, ucciso a Budrio durante una rapina

Davide Fabbri, 52 anni, ucciso a Budrio durante una rapina

Budrio (Bologna), 3 aprile 2017 -  Ha un volto il sospettato numero uno per l’omicidio di Davide Fabbri, il barista di 52 anni ucciso sabato sera a Riccardina di Budrio, con un colpo di pistola (GUARDA FOTO e VIDEO). Si tratta di un ex militare russo, 41 anni che in passato ha fatto parte nella fanteria del suo Paese, nei confronti del quale pende un mandato d'arresto per alcune rapine violente nel Ferrarese nel 2015, anno in cui uscì dal carcere (leggi qui il suo ritratto). Pare facesse parte della banda che rapì e uccise nel settembre 2015 il pensionato Pier Luigi Tartari, fatto a cui il 41enne non partecipò direttamente. Nel 2007 fu arrestato per rapine ad agricoltori, minacciati con arco e frecce, nelle campagne tra Rovigo e Ferrara.

A proposito dell'omicidio di Budrio, le telecamere di sorveglianza hanno ripreso un uomo che viene descritto dai testimoni (due clienti e la moglie della vittima) come alto 1,75, robusto, probabilmente straniero dell’Est. Indossava cappuccio, sciarpa e una giacca mimetica da cacciatore e aveva con sé una doppietta a pallini, sempre da cacciatore, e una pistola argentata, l’arma del delitto. Un ritratto che si attaglia alla perfezione all’uomo che giovedì notte ha rubato una Smith & Wesson cromata a una guardia giurata, dopo avere sparato un colpo di doppietta per immobilizzarla, a Consandolo, in provincia di Ferrara.

Ci sono poi testimonianze di molti cittadini che nei giorni scorsi hanno notato una persona con un fucile a tracolla e un giubbotto militare, che girava in bicicletta nelle zone di pianura al confine tra le province di Bologna e Ferrara. Qualcuno aveva pensato ad un cacciatore, ma ora non si esclude che possa essere il killer.

Nel video si vede l’uomo che entra e spara un colpo di doppietta a terra, ferendo lievemente un cliente con i pallini di rimbalzo. Poi poche parole: "Dammi la cassa". Ma Davide Fabbri reagisce e nasce una violenta colluttazione che dura più di un minuto.

Il barista riesce a strappare l’arma al rapinatore e la usa per colpire il rivale come fosse un bastone. La lotta è stata violenta, gli investigatori sono quasi certi che il killer abbia tumefazioni e ferite. Il bandito si rifugia nel retrobottega, fuori dal raggio delle telecamere. A quel punto si può solo intuire quello che succede. Il killer estrae la pistola (che fino a quel momento aveva tenuto in tasca) e uccide Fabbri con un solo colpo al petto, lasciandolo in una pozza di sangue. Poi torna nella sala e riappare nel filmato, minaccia con la pistola anche Maria, la moglie del titolare, ed esce, salvo poi rientrare dopo pochi secondi, con grande sangue freddo, per recuperare il fucile.

Non è ancora chiaro come sia fuggito. Forse a piedi, forse in bicicletta. Nessuno ha visto complici, ma non è escluso che fuori ci fosse qualcuno in auto ad attenderlo. I carabinieri propendono per la fuga a piedi e, fin da subito, hanno iniziato a pattugliare la zona anche con l'ausilio di elicotteri militari in grado di rilevare la presenza umana anche all'interno dei casolari, che vengono battuti porta a porta con l'impiego di decine di uomini. Sul posto sono arrivati anche i sommozzatori per scandagliare il vicino torrente Idice alla ricerca delle armi, ma non hanno trovato nulla.

I Ris stanno esaminando la scia di sangue lunga 40 centimetri trovata fuori dal locale: gli inquirenti sperano sia del bandito e presto sperano di avere tra le mani il suo Dna. l pool di investigatori ha chiesto a tutti i comandi provinciali dei Carabinieri della regione Emilia-Romagna di fare una lista di sospettabili che, per caratteristiche fisiche e per precedenti criminali, possano essere associati al delitto.

Il segnale è che la pista dell’ex militare dell’est che ha precedenti per rapine violente nel ferrarese non è l’unica, perché gli elementi in mano agli inquirenti sono troppo pochi, per ora, per imboccare con certezza una sola pista. Di certo, tra quelle seguite c’è l’analogia con il colpo di Consandolo, dove la sera del 29 marzo un uomo armato di doppietta da caccia aveva costretto, sparando alcuni colpi contro la sua auto, una guardia giurata a sdraiarsi per poi sfilargli la pistola, una Smith&Wesson argentata. Il vigilante è stato convocato in caserma e gli è stato mostrato il video della rapina alla Riccardina. "Sì, mi sembra proprio lui", è sttaa la risposta.

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