Omicidio di Bologna, prima di uccidere la madre ha preso cocaina

Mauro Di Martino ha rivelato di avere assunto la droga un’ora prima del delitto. L’udienza di convalida: il difensore chiede una perizia psichiatrica

La rimozione del corpo di Patrizia Gallo, uccisa dal figlio a 52 anni

La rimozione del corpo di Patrizia Gallo, uccisa dal figlio a 52 anni

Bologna, 19 ottobre 2016 - «Mauro lo vedevamo spesso tornare a casa con gli occhi scavati e lo sguardo assente. È sempre stata una persona particolare. Lo giudicavamo pericoloso. Quello che è accaduto a Patrizia, poteva succedere a chiunque di noi».

Enrica, residente in via Caduti e dispersi in guerra al civico 14, conosceva bene sia Mauro Di Martino, 36 anni, che Patrizia Gallo, 52 anni. Per otto mesi, infatti, ha vissuto praticamente fianco a fianco con entrambi. «Era evidente che fosse pericoloso e noi siamo arrabbiati perché nessuno lo ha preso in carico, lasciandolo così, libero – commenta Enrica –. Dopo quello che è successo a Patrizia ho pensato che tutti noi abbiamo rischiato una coltellata, perché un raptus del genere poteva venirgli in qualunque momento».

Mauro, domenica sera, poco prima delle 21.30 ha ucciso a coltellate la madre Patrizia, tagliandole il collo, per poi colpirla con almeno 25 coltellate all’addome e al petto e recidendole i polsi. Dopo averla ammazzata, inoltre, ha scritto d’impeto un biglietto: «Ti odio» e lo ha lasciato sul corpo della madre. Lo stesso Mauro avrebbe raccontato di aver fatto uso di cocaina un’ora prima di commettera il delitto, anche se poi il trentaseinne, agli inquirenti, ha spiegato che non è stata la droga a fargli commettere l’omicidio. Proprio l’uso di droga, però, era uno dei problemi di Mauro. Un problema conosciuto dai vicini. «Sapevamo si bucasse, anche prima di finire in galera cinque anni fa – continua Enrica –. Patrizia non meritava di fare questa fine, era una donna solare, allegra e gentile, sempre pronta a dare una mano. Una vicina perfetta. Sapere che in quella casa non c’è più nessuno mi lascia un senso di profonda tristezza».

A essere sconvolta, per quanto accaduto, è anche la famiglia di Mauro. A raccontarlo è la stessa Enrica: «Uno dei fratelli di Mauro ancora non riesce a farsi una ragione di quello che è successo – conclude la vicina –. Non credo potranno perdonare Mauro per quello che ha fatto». Oggi, intanto, è prevista l’udienza di convalida per Di Martino. Il pm Michela Guidi ha chiesto la conferma del carcere, mentre il difensore, l’avvocato Nicoletta Garibaldo, sta valutando di chiedere una consulenza psichiatrica, dopo aver raccolto documentazione clinica sul proprio assistito. Di Martino, infatti, era uscito dal carcere otto mesi fa ed era stato seguito dai servizi territoriali psichiatrici.

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