Omicidio a Bologna, l'operaio era innamorato e si sentiva preso in giro

La spiegazione del 55enne di Vergato agli inquirenti durante la confessione del delitto della prostituta in via Varthema. L'uomo le aveva dato 40mila euro

L'arma dell'omicidio di via Varthema e nel riquadro l'omicidia, Francesco Serra

L'arma dell'omicidio di via Varthema e nel riquadro l'omicidia, Francesco Serra

Bologna, 27 marzo 2017 - Francesco Serra era innamorato e si sentiva preso in giro e per questo avrebbe deciso di uccidere Ana Maria Stativa, la prostituta romena di 30 anni trovata morta con un colpo alla nuca sabato pomeriggio nel suo appartamento di via Varthema, in zona Murri (FOTO). Questa è stata la spiegazione che il presunto omicida ha dato agli inquirenti della squadra Mobile di Bologna, coordinati dal vice questore aggiunto Elena Jolanda Ceria, durante la sua confessione del delitto per cui il 55enne ha detto di aver usato una pistola per maiali che si era fatto prestare da un amico allevatore dicendogli che l'avrebbe utilizzata per uccidere un capretto.

L'operaio 55enne di Cereglio di Vergato, in stato di fermo per omicidio aggravato premeditato, ha raccontato di sentirsi sfruttato economicamente dalla prostituta con cui aveva appuntamento fisso ogni settimana da almeno sette anni e alla quale avrebbe dato nel tempo circa 40mila euro. Era un rapporto malato quello fra la prostituta e Serra che avrebbe dato alla ragazza soldi per affitto, bollette e per i due figli che la 30enne ha in Romania.

A scatenare la rabbia del 55enne, in particolare, sarebbe stato il fatto che la donna voleva tornare in Romania a Pasqua, un viaggio che l'uomo aveva già tentato di ostacolare in passato. In un'occasione, mentre la 30enne era via, l'uomo le aveva pure tagliato le gomme della macchina, gesto per il quale la ragazza aveva poi minacciato di denunciarlo. La prostituta aveva raccontato l'accaduto al suo compagno, un uomo, di cui Serra ignorava l'esistenza. L'operaio di Vergato, sabato mattina, è rimasto nell'appartamento di via Varthema solo 6 minuti, come mostrano le telecamere di sicurezza dell'edificio.

L'uomo ha ammesso di essere entrato, facendo attenzione a non lasciare impronte sulla porta e nel bagno. E avrebbe colpito la ragazza che prima di essere uccisa avrebbe chiesto un'ultima volta soldi al 55enne. Serra dopo l'omicidio avrebbe poi fatto ritorno a casa per lasciare in un cassetto la pistola che già in altre occasioni aveva portato con sé per incontrare la ragazza. Due proiettili calibro 22 della stessa pistola sono stati trovati nello zaino rosso con cui l'operaio è stato trovato domenica mattina. All'interno c'era anche uno dei telefonini della vittima, quello personale, sporco di sangue: quello 'di lavoro' era rimasto sotto il corpo.

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