Omicidio a Bologna, giovane prostituta uccisa. Caccia all'ultimo cliente / FOTO

Manca l’arma con cui è stata colpita alla nuca. L’allarme del fidanzato

Il cadavere portato via (foto Schicchi)

Il cadavere portato via (foto Schicchi)

Bologna, 26 marzo 2017 -  I poliziotti proseguono anche con il buio a cercare, con le torce, tra le siepi e i cassonetti. Non sanno di preciso cosa, ma sanno che deve essere un oggetto capace di uccidere. Perché quando ormai il sole è calato su via Varthema, la voce che Ana Maria Stativa, trentenne romena, sia morta di una morte violenta, è ormai confermata. Un colpo, solo, alla nuca. La polizia è arrivata intorno alle 15,30 nella palazzina al civico 44 della strada in zona Murri, condomini con giardino, scuole tra il verde. Ana Maria viveva lì da qualche tempo, in un appartamento al secondo piano. E lì, probabilmente, riceveva anche i suoi clienti. Con discrezione. Perché della sua presenza i vicini di casa non si erano quasi accorti. La ragazza, come confermato dal fidanzato alla polizia, era una prostituta. È stato lui, connazionale della vittima, ieri pomeriggio, a trovarla, rientrando a casa. Era a terra, in soggiorno, vestita. L’unica traccia apparente di violenza sul suo corpo, una goccia di sangue che le scendeva dalla fronte all’occhio. Alcuni residenti lo hanno visto, intorno alle 15, scendere in strada, fare avanti e indietro, parlando al telefono, il volto tirato, le lacrime, le urla.

E poi la via si è riempita di auto della polizia. Quattro volanti. E le macchine della Squadra mobile e della Scientifica. Di certo, all’inizio, c’è solo che Ana Maria è morta. Ma gli investigatori, coordinati dal pm Roberto Ceroni, non vogliono sbilanciarsi sulle cause. Aspettano l’arrivo del medico legale, la prima ricognizione sul cadavere, per esprimersi. E quello che emerge è che la ragazza sia morta per le conseguenze di un violento trauma cranico. Presumibilmente in mattinata, tra le 11 e le 13.

Per la polizia, il racconto del compagno regge. Le indagini della Squadra mobile, pur non tralasciando alcuna pista, si concentrano sulle frequentazioni della ragazza. Sui numeri salvati sul suo cellulare, sui clienti che doveva vedere, che potrebbe aver visto. Anche nella mattinata di ieri. E che le telecamere del palazzo potrebbero aver ripreso.

E poi, manca ancora l’arma del delitto. I poliziotti la cercano ovunque, nel giardino del palazzo, nel cortile della scuola vicina, nei bidoni della spazzatura. In casa, dove tutto è in ordine, segno che non c’è stata una colluttazione, né un tentativo di resistenza della ragazza, non c’è. Forse Ana Maria è stata colta di sorpresa, forse alle spalle. E nel suo cellulare potrebbe nascondersi la verità sulla sua morte.

AGGIORNAMENTO Fermato il presunto killer della prostituta

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