Bologna, il parcheggio Staveco triplica. Da 150 a 500 posti

L’assessore Priolo: "Via ai lavori anche se l’Ateneo ha ‘congelato’ il suo progetto"

Parcheggio Staveco a Bologna (foto Schicchi)

Parcheggio Staveco a Bologna (foto Schicchi)

Bologna, 30 settembre 2016 – Finalmente una buona notizia per gli automobilisti bolognesi: il sempre pienissimo parcheggio della Staveco passerà dai 150 posti attuali a 500. Lo ha comunicato l’assessore alla Mobilità Irene Priolo: «L’area della Staveco è un’opportunita mancata che non può più essere rinviata».

Il punto sta nella realizzazione o meno della mega area universitaria che era stata annunciata dall’ex rettore Ivano Dionigi e sulla quale, invece, l’attuale Magnifico, Francesco Ubertini, ha espresso parecchi dubbi, soprattutto sulla modalità di finanziamento. E se, quindi, l’Ateneo ha i suoi tempi, il Comune ha deciso di partire con i lavori. «L’intervento può essere fatto per stralci separati – spiega l’assessore – ho avviato un’interlocuzione con il prorettore per dirgli che sono intenzionata a riprendere tutto il fascicolo e avviare» l’ampliamento del parcheggio, ovviamente relazionandosi anche con il Demanio: insomma, «a prescindere dal progetto dell’Università, noi vogliamo andare avanti con il tema del parcheggio».

Su questo fronte aveva già cominciato a muoversi anche la Giunta precedente. A segnalarlo è l’ex assessore Andrea Colombo, oggi consigliere comunale del Pd, spiegando che già sul finire dello scorso mandato il Comune aveva inviato un progetto definitivo alla Soprintendenza per ottenere l’autorizzazione all’abbattimento di alcuni edifici dell’ex complesso militare. Progetto che, inoltre, è già stato inserito nel piano degli investimenti. «E’ tutto agli atti», rivendica Colombo.

Sulla gestione degli altri parcheggi, la Priolo ha annunciato di volere aprire un fascicolo. Ce ne sono alcuni sottoutilizzati, come quello di via Andrea Costa o quello sotto via Azzo Gardino. Ma l’intenzione di concentrarsi sui grandi parcheggi, al di là dell’utilizzare meglio quelli esistenti, può significare anche l’idea di realizzarne di nuovi? Priolo, a domanda, resta sul vago ma non esclude nulla: «Dobbiamo lavorare al Piano della mobilità», è la sua risposta.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro