Bologna, parcheggio Staveco. L'allargamento nella palude burocratica / VIDEO

Il progetto bloccato dai vincoli della Soprintendenza. Due edifici nell’ex caserma che dovrebbero essere abbattuti sono vincolati

Il sindaco Merola all’interno dell’ex caserma di viale Panzacchi

Il sindaco Merola all’interno dell’ex caserma di viale Panzacchi

Bologna, 22 dicembre 2017 – È una palude amministrativa, quella in cui sta faticosamente sgomitando Palazzo d’Accursio. La piattaforma di scontro è l’area Staveco, il contendere è l’annunciato ampliamento del parcheggio, un progetto al quale l’assessore al Traffico, Irene Priolo, tiene moltissimo. L’ultimo incontro con i tecnici della Sovrintendenza è stato doloroso: le parti sono lontanissime. La Sovrintendenza ha ribadito il suo ‘no’ al progetto del Comune che il Demanio ha fatto proprio – l’area è ancora di sua proprietà – e quindi all’abbattimento di due edifici, propedeutico all’allargamento dell’area di sosta, che verrebbe triplicata (da 180 a circa 600).

Secondo il Comune quella demolizione è di logica importanza, anche perché quegli spazi secondo l’amministrazione vanno riqualificati e ripuliti dal degrado. Secondo la Sovrintendenza invece per allargare il parcheggio si può fare altrimenti. Perché? Lo spiega direttamente Luigi Malnati, attuale Sovrintendente unico. «I due edifici sono vincolati – spiega Malnati – e secondo noi l’ampliamento del parcheggio si può fare anche senza abbatterli. Come? Interrandolo, oppure non so, il progetto deve portarlo chi vuole intervenire. Ma abbatterli non si può. A meno che – aggiunge il sovrintendente – chi deve intervenire non faccia formale richiesta alla commissione regionale, competente per le demolizioni».

Il paradosso però è che la richiesta alla commissione passerebbe da un’istruttoria della Sovrintendenza. E che, all’epoca, la verifica d’interesse per quei due edifici fu portata avanti dalla stessa commissione regionale. Insomma, un’operazione di demolizione dovrebbe passare da una palese contraddizione amministrativa. «Dobbiamo valutare non tanto sulla convenienza o meno di un’opera – spiega Malnati –, quanto la validità del valore artistico, storico e architettonico del bene. Per ora il nostro è un ‘no’. Non abbiamo ancora ben capito, tra l’altro, cosa si voglia fare complessivamente in quell’area. In un primo momento si voleva intervenire con l’università, adesso c’è la cittadella giudiziaria. Bene, noi alla cittadella diamo parere favorevole – sottolinea Malnati –, ma quegli edifici sono vincolati. Onestamente, se è per farci dei posti auto, secondo me si si può ovviare all’abbattimento di edifici che sono stati vincolati perché c’è una ragione. Aspettiamo un progetto – conclude Malnati –, se sarà fatta richiesta di demolizione verrà istruita e presentata alla commissione regionale. La procedura è quella». L’ultimo stadio, oltre la commissione, sarebbe poi quello del segretario generale del ministero dei Beni culturali.

A meno che non ci si metta d’accordo prima. Anche perché l’allargamento del parcheggio Staveco, nei piani del Comune, è propedeutico al rinnovo della convenzione con il Demanio, in attesa che l’area venga acquisita del tutto in virtù delle procedure di federalismo demaniale. Gli incontri vanno avanti da mesi – un primo stallo c’era stato in primavera – e la Sovrintendenza ha anche proposto al Comune di abbattere e poi ricostruire gli edifici. Ipotesi rigettata dall’amministrazione, almeno nei termini finora proposti.

Palazzo d’Accursio, sorpreso per le informazioni filtrate in assenza di comunicazioni ufficiali, è fiducioso nei confronti del progetto che sta andando avanti, attraverso un’intensa collaborazione con la Sovrintendenza, e si aspetta delle prescrizioni come normalmente accade.

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