Bologna, un pianoforte all'ospedale Sant'Orsola. "Fa bene a medici e pazienti"

L’idea del medico Andrea Galuppi, così l'attesa scivola via

Andrea Galuppi, al centro, durante un intermezzo musicale (FotoSchicchi)

Andrea Galuppi, al centro, durante un intermezzo musicale (FotoSchicchi)

Bologna, 13 dicembre 2017 -  Non è musicoterapia, ma comunque fa bene. Soprattutto all’anima. Quel pianoforte a disposizione di chiunque lo voglia suonare, piazzato da qualche giorno nell’atrio del padiglione 30 al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, è davvero un modo diverso di concepire i tempi e gli spazi in ospedale. Un luogo che non vuole più essere solo di cura e di sofferenza, ma anche di intrattenimento e di riflessione.

L’idea è di Andrea Galuppi, un medico che negli ambulatori di Medicina nucleare e Radioterapia ci lavora, il quale ha ottenuto dalla ditta Ppianissimo di Ferrara l’uso di un piano a mezza coda sul quale ogni giorno, fino al 15 dicembre, suonano decine di persone in attesa di visite e terapie, medici, infermieri, specializzandi e anche artisti del calibro di Jimmy Villotti, Piero Odorici, Silvia Santandrea, Fausto Carpani e altri ancora. Così, parafrasando un successo di Gino Paoli, è nato il progetto ‘Questa attesa non ha più pareti’.

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"Viaggiando – spiega il dottor Galuppi – ho osservato iniziative analoghe all’estero e, dal 2015 in poi, anche in Italia. Di qui il percorso che ha visto l’entusiasmo e la partecipazione dell’intera équipe dei tecnici, dei medici, dei direttori di Radioterapia e Medicina nucleare, Alessio Giuseppe Morganti e Stefano Fanti, e della direttrice generale del Policlinico, Antonella Messori". L’obiettivo del progetto è quello di umanizzare le mura dell’ospedale attraverso la musica, un linguaggio universale e trasversale che tutti sono in grado di interpretare.

"Ho notato – continua Galuppi – un cambiamento dell’espressione di chi frequenta il padiglione. Vedo facce più serene, meno tese. Insomma, quel pianoforte ha generato energia positiva, che si riscontra nel miglioramento dei rapporti fra personale e visitatori e anche nell’atteggiamento di maggiore disponibilità nei confronti delle terapie e degli esami diagnostici. Poi mi ha sorpreso in positivo la risposta degli artisti, la loro generosità e la loro voglia di donare armonia. Ecco perché sarebbe bello trasformare ‘Questa attesa non ha più pareti’ in un progetto che coinvolga non solo il nostro ospedale, per dotare di strumenti musicali altri luoghi d’attesa".

Tra le tante storie da raccontare sulle note del pianoforte, quella di Paolo Grandi, violoncellista professionista e frequentatore del padiglione 30 nella doppia veste di paziente e di musicista: con il Trio che porta il suo nome sarà infatti in concerto il 14 dicembre al Sant’Orsola-Malpighi.

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