Bologna, piazza Verdi mercato della droga. La nostra notte tra i pusher

Erba e ‘fumo’ venduti a cielo aperto, anche dagli ambulanti della birra. Ecco come sono divise le zone

Il nostro cronista mentre contratta una dose con gli spacciatori (foto Schicchi)

Il nostro cronista mentre contratta una dose con gli spacciatori (foto Schicchi)

Bologna, 28 maggio 2017 - Sballarsi il venerdì sera. In zona universitaria costa poco e richiede al massimo cinque minuti. È l’una e mezza e piazza Verdi è piena di ragazzi, come accade ogni fine settimana. Riconoscere gli spacciatori, che non si preoccupano neanche di nascondersi in mezzo alla movida, è semplicissimo. Alcuni, probabilmente nordafricani, sono fermi di fronte all’ingresso del Comunale, altri sono appoggiati vicino alle colonne all’incrocio con via del Guasto.

Nessuno di loro appare interessato ad agganciare i clienti. In realtà sembrano più preoccupati di controllare la situazione. Diversa, invece, la situazione all’incrocio tra piazza Verdi e via Zamboni, sotto il portico che costeggia l’oratorio di Santa Cecilia, dove staziona un gruppetto di una decina di pusher, probabilmente centroafricani.

Appena ci avviciniamo, infatti, un ragazzo si alza dai cubi in legno e ci domanda se abbiamo bisogno di qualcosa. «Cosa vendi?», gli chiediamo. La risposta è pronta: «Erba, hashish?». A quel punto scatta la trattativa, che dura relativamente poco, circa tre minuti. Lo spacciatore ci mostra un involucro con all’interno della marijuana, al costo di 20 euro, anche se non sa quantificare quanti grammi siano. Gli spieghiamo che vogliamo pagare meno: «Quindici euro – dice lo spacciatore –. Di meno non posso».

Intorno, con la polizia e la municipale che hanno lasciato largo Respighi da qualche minuto, sembra non ci siano ‘pericoli’ per lo spacciatore, ma alcuni suoi compari - uno seduto sul muretto del portico di via Zamboni, altri in strada - controllano che nessuno si avvicini. La trattativa, intanto, va avanti senza troppe difficoltà: ripetiamo che non vogliamo spendere più di 5 euro e il pusher abbassa ancora il prezzo, arrivando a 10.

Vista la nostra insistenza cede alla richiesta, si siede sul muretto e rompe l’involucro con la marijuana per preparare la dose da 5 euro che gli avevamo chiesto. A quel punto lo fermiamo: «Ci sono persone che non ci convincono», ci inventiamo come scusa. Lo straniero, preoccupato, si ferma, si guarda intorno: «Non è sicuro, ci vediamo dopo», dice.

Come lui, altri spacciatori sono appoggiati al muro tra via Zamboni e piazza Rossini, sotto il portico della chiesa di San Giacomo Maggiore. Parlano con un ragazzo che avrà sì e no 18 anni, si scambiano qualcosa e poi il ragazzo va via. Se l’acquisto della marijuana con i pusher africani richiede al massimo tre minuti, la trattativa con i bengalesi che vendono alcol abusivo e ora pure l’hashish, dura anche meno. Gli ambulanti, infatti, hanno pochissima paura di essere beccati dalle forze dell’ordine, visto che non girano con la droga addosso.

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Loro, in apparenza, vendono solo birra illegalmente. In apparenza, appunto, perché tra una Peroni, una Moretti e una Nastro Azzurro, far spuntare anche un pezzetto di ‘fumo’ è facilissimo. A un abusivo chiediamo se, oltre alla consueta bottiglia da 66, può procurarci anche un po’ di hashish. Il ragazzo dice di sì, non ci sono problemi e si allontana.

L’abusivo, allora, gira un po’ in piazza Verdi, poi deciso va in Largo Respighi, mette le mani vicino a un bidone della spazzatura e ne tira fuori una birra. Una volta tornato in piazza Verdi ci dà l’alcol e ci dice: «Apri la mano», consegnandoci l’hashish, che rifiutiamo. Tempo delle due trattative, cinque minuti in totale. Cinque minuti per sballarsi a basso costo il fine settimana in zona universitaria.

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