Profughi, 15 Comuni non ne hanno. Ecco chi fa la sua parte e chi no

Non ne ha il 27% dell’area metropolitana. Il prefetto: "Ognuno si impegni"

San Lazzaro, un gruppo di profughi

San Lazzaro, un gruppo di profughi

Bologna, 26 ottobre 2016 - Galliera, Sala Bolognese, Argelato, San Giorgio di Piano, Minerbio, Medicina e Zola Predosa. Più su, Gaggio Montano, Loiano e Monterenzio. Mentre se ci si sposta nell’Imolese: Dozza, Mordano, Castel del Rio, Fontanelice e Borgo Tossignano. Sono questi i quindici Comuni (su 55) dell’area metropolitana di Bologna che non accolgono nemmeno un profugo, adulto o di minore età, sbarcato sulle coste italiane e poi transitato dall’hub di via Mattei. Comuni che, a conti fatti, corrispondono al 27% del territorio. E il cui diniego all’accoglienza dei migranti, forzato per assenza di strutture idonee oppure voluto per scelta politica, scarica il peso dell’integrazione sulle spalle dei Comuni più grossi e lontani (cioè Bologna) e soprattutto di quelli vicini.

La questione non è nuova. Già lo scorso agosto il prefetto Ennio Mario Sodano, in una delle periodiche riunioni a Palazzo Caprara, aveva invitato tutti i Comuni a fare la propria parte nell’accoglienza, ricevendo per lo più un fermo rifiuto, nonostante da allora qualche cosa sia cambiata. Quello dell’impegno condiviso è un tasto su cui Sodano insiste da tempo, e anche ieri, nel commentare e condannare fermamente i fatti di Goro ("quello che è avvenuto è eticamente inqualificabile"), è tornato a insistere sul concetto. "L’emergenza, per quanto grande, è sicuramente alla portata di un grande Paese come l’Italia, a condizione che ciascuno faccia il suo. In mancanza si dovrà con più decisione percorrere la strada degli incentivi per chi accoglie e delle penalizzazioni per chi si rifiuta di partecipare allo sforzo comune, scaricandone semplicemente il peso sugli altri".

In termini numerici questo peso vede il capoluogo in prima fila, sia con l’hub regionale di smistamento per adulti (334 posti ufficiali, ma le presenze sono negli ultimi mesi ben più alte) sia con quello per i minori stranieri non accompagnati (altri 50 posti). A questi vanno aggiunti i posti negli Sprar adulti (i progetti del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), che in città sono 172, e in quelli per minori, che sono altri 129. Poi ci sono 433 posti dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria. In totale Bologna città ospita 1.118 persone, cioè il 60% dei profughi e migranti sul territorio metropolitano. Segue il distretto di Pianura Est con 166 (nonostante molti dei Comuni a zero si trovino da queste parti) e quello di Casalecchio con 160.

 

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