Addio a Fabio Raffaelli, un parigino a Bologna

Giornalista, scrittore e artista. E’ morto ieri a 64 anni

Fabio Raffaelli al premio ‘Capitani dell’anno’ nel 2016 (foto Schicchi)

Fabio Raffaelli al premio ‘Capitani dell’anno’ nel 2016 (foto Schicchi)

Bologna, 10 settembre 2017 - Era facile sbagliarsi con Fabio Raffaelli. Si presentava magro, apparentemente più giovane della sua età, esile, elegante, con una certa aria fatua, parigina, veniva da dire. E del resto parigino lo era davvero visto che aveva vissuto molti anni nella capitale francese. Ed era lì che Fabio, figlio di giornalisti, nipote di giornalista aveva iniziato il mestiere come corrispondente del gruppo Rizzoli. Dicevo, era facile sbagliarsi: perché sotto l’aspetto da damerino, da cultore di cose mondane Fabio nascondeva (benissimo, devo dire) tutta un’altra persona. Innanzi tutto una inventiva notevole, sapeva cogliere gli aspetti di una notizia che ad altri sfuggivano e sapeva metterli a frutto.

Non solo, sapeva sfruttare a fondo le possibilità di un mestiere che allora era ancora fatto di suole consumate, di rapporti i più vasti possibile, di conoscenze, di colpo d’occhio. Ricordo che entrambi avevamo lavorato a una serie di viaggi in tutta la regione da pubblicare in un inserto (molto bello) che il Carlino dedicava alle letture extra. E fu proprio lui, a lavoro finito, a propormi di farne un libro. Fu lui a trovare l’editore e portare avanti le trattative. Nacque così 'Passeggiate in Emilia Romagna' che ha avuto un successo più che discreto. Come fu lui che ideò tante iniziative destinate a una serie di successi, come il festival internazionale di Santo Stefano per favorire il restauro dell’antico e splendido gruppo basilicale. Fu lui a inventare la serie Capitani coraggiosi, dedicata al fior fiore dell’imprenditoria italiana, come fu lui a favorire il festival verdiano di Parma. Tutte cose che faceva, non invece del lavoro, ma insieme al suo lavoro di giornalista. Al Carlino tutti gli volevamo bene e lo apprezzavamo, direzione compresa, tanto da affidargli la conduzione della cronaca cittadina per molti anni.

Ma di una cosa Fabio era orgogliosissimo: del premio Ornella Geraldini, che era sì sua madre, ma anche una delle prime donne croniste giudiziarie d’Italia. Un premio che ha portato a Bologna le più belle firme del giornalismo al femminile. Fabio, dopo l’esperienza al Carlino, si lasciò tentare dalla televisione, l’allora proprietario Giuseppe Gazzoni Frascara lo volle a capo di Rete 7, la più forte televisione cittadina. E l’impronta di Fabio si fece presto sentire, in particolar modo quando sponsorizzò la candidatura a sindaco di Giorgio Guazzaloca, che dovette la sua elezioni alle sue indubbie capacità, ma anche a Rete 7 e a Fabio.

Dopo l’esperienza televisiva, Fabio fondò una sua azienda di consulenza, ma non smise di stupire anche chi credeva di conoscerlo bene. Ricordo ancora una mattina quando ci incontrammo al Mercato delle Erbe dopo un periodo in cui non ci eravamo visti. Abbracci, un caffè insieme e quattro chiacchiere. Poco prima di lasciarlo gli chiesi che progetti avesse. E lui, come mi annunciasse una gita a San Luca: «Parto con due fuoristrada per un raid da Bologna a Miami, traverseremo 24 paesi e faremo 61 mila e rotti chilometri». Lo guardai stupito, ma nemmeno troppo, sapevo che l’esile uomo che pareva ancora un ragazzo, dal pallore che gli aveva portato al Carlino il soprannome di ‘cipria’, era capace di simili avventure. Un’avventura seguita dalla Cnn, corredata da servizi scritti e televisivi, che diventò anche un interessante libro.

E ora Fabio ci ha lasciati, ad appena 64 anni, portati benissimo, come l’eterno ragazzo che egli era.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro