Bologna, rasata per il velo. La 14enne resta in comunità

La ragazzina aveva chiesto aiuto alla preside. “C’erano altri segnali di disagio”

La ragazzina, 14 anni, è nata in Bangladesh e frequenta la scuola media (foto di repertorio)

La ragazzina, 14 anni, è nata in Bangladesh e frequenta la scuola media (foto di repertorio)

Bologna, 4 aprile 2017 – Il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha convalidato il provvedimento di allontanamento dalla famiglia, e di affidamento ad una struttura protetta, per la 14enne, originaria del Bangladesh, che la settimana scorsa ha chiesto aiuto alla scuola, raccontando di essere stata rasata a zero dalla madre a causa del suo rifiuto di portare il velo hijad. La ragazzina, se lo vorrà, potrà incontrare i genitori, ma alla presenza dei servizi sociali. Intanto proseguiranno gli accertamenti sul caso: il giudice sentirà la ragazzina e i genitori ed è stata chiesta anche una relazione agli assistenti sociali.

Prima del gesto estremo della madre, «avevamo già avuto altri segnali che non tutto filasse liscio. Ci siamo attivati subito, mettendo in campo tutta una serie di azioni per aiutare la ragazzina». Parla tutto d’un fiato la preside della scuola di Fatima (nome di fantasia). Giorni difficili per la dirigente finita nell’occhio del ciclone, suo malgrado. «Non abbiamo fatto nulla di eccezionale. Ci siamo comportati proprio come in tutte le altre circostanze in cui ci siamo trovati di fronte a un minore in crisi perché la scuola è, prima di tutto, una comunità educante che forma».

Investita dalla supplica disperata di Fatima, «Voglio un’altra famiglia», il giorno della rasatura, la dirigente è corsa a sporgere denuncia. Anche perché quel taglio forzato di capelli è solo l’ultimo di una serie di episodi. Fin dall’inizio dell’anno, ovvero da quando la madre ha cominciato a fare pressioni per farle indossare il velo, gli insegnanti si erano accorti che qualcosa non andava, cogliendo segnali di malessere in Fatima. L’escamotage trovato dalla quattordicenne, per evitare il velo, era appunto di un continuo togli e metti.

Da casa usciva a capo coperto; a scuola se lo toglieva. Ma il disagio in lei era evidente. Le insegnanti lo colgono subito. E così, in accordo con la psicologa dello sportello di ascolto a disposizione di alunni e famiglie, decidono di convocare i genitori di Fatima. Tre inviti accolti ogni volta solo dal padre. Mai che la madre si presenti, facendo così sorgere il dubbio ai docenti che sia lei la più ferrea in famiglia.

Come se non bastasse, Fatima comincia ad accumulare molte assenze. La madre, infatti, un po’ la teneva a casa e un po’ la mandava a scuola nel tentativo di piegarla al suo volere. E la rasatura viene preceduta da un avvertimento: il taglio di una ciocca di capelli.

La sera stessa del taglio radicale, la sorella maggiore si arrabbia con la madre fino al punto di non rivolgerle la parola. Poi le tre sorelle si rifugiano in cantina a piangere. Quindi la denuncia e i servizi sociali. Sotto choc anche i compagni di classe di Fatima che, per solidarietà, la mattina in cui arriva rasata, si coprono il capo. Una classe speciale, di studenti maturi e molto uniti, racconta chi li conosce.

Nei prossimi giorni l’istruttoria proseguirà, il giudice sentirà la ragazzina e i genitori ed è stata chiesta una relazione agli assistenti sociali. La Procura per i minorenni ha chiesto di limitare la responsabilità genitoriale del padre e della madre della 14enne, che hanno altre due figlie minorenni, più grandi di quella allontanata, le quali per ora sono rimaste in famiglia.

La versione della sorella: se li è tagliati da sola

La versione del padre: aveva i pidocchi

 

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