Bologna, rasata a zero per il velo. La madre condannata a 8 mesi

Il padre è stato assolto. La Procura aveva chiesto per entrambi i genitori un anno e due mesi

Velo islamico in una foto d'archivio

Velo islamico in una foto d'archivio

Bologna, 13 dicembre 2017 - Condanna a otto mesi per violenza privata, con pena sospesa, per la madre, e assoluzione per il padre. Questo ha deciso il gup di Bologna, Letizio Magliaro, nei confronti dei genitori della 14enne originaria del Bangladesh, accusati di maltrattamenti in famiglia per aver rasato a zero i capelli della figlia a causa del suo rifiuto di portare il velo. Il fatto risale a fine marzo, quando la ragazzina si era presentata a scuola con i capelli rasati e, fra le lacrime, aveva detto a un’insegnante di essere stata punita dalla madre perché rifiutava di portare il velo.  Il capo di imputazione, per cui la Procura aveva chiesto per entrambi la condanna a un anno e due mesi, è stato quindi "riqualificato in violenza privata dal giudice", spiega il legale Alessandro Veronesi, che li difende con l'avvocato Roberto Godi. 

Il Comune di Bologna, rappresentato dall'avvocato Donatella Ianelli, si è costituito parte civile a tutela della minore, che al momento continua a vivere in una comunità protetta. L'avvocato del Comune  ha detto di "voler leggere le motivazioni per capire come mai un'attività vessatoria e umiliante nei confronti della ragazza sia stata ritenuta violenza privata". Nessun risarcimento, inoltre, è stato riconosciuto dal giudice per il Comune: "Sarebbe comunque una cifra simbolica", ha aggiunto Ianelli.

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