Rimozioni, affari d'oro nelle aree ospedaliere

"Costi irrisori, guadagni elevati". Il consigliere regionale Galeazzo Bignami presenterà un'interrogazione

Una rimozione operata dalla Grossi

Una rimozione operata dalla Grossi

Bologna, 19 febbraio 2016 - Avete mai raccontato agli amici della vostra macchina rimossa dopo averla parcheggiata nell’area gestita da un ospedale? Forse lo sapevate già, ma non siete soli.

Ecco i numeri: nel 2015 è stato di ben 160mila euro (159.480), a fronte di un esborso di soli 13.500 euro, il guadagno di chi rimuove i veicoli per conto dell’Ausl e del Sant’Orsola. Parliamo della Società Centro auto di Sabino Grossi, che con l’ultimo affidamento del servizio di rimozione (‘Servizio acquisti metropolitano’ numero 1145 del 22 giugno 2015) opera in maniera esclusiva su tutte le zone private degli ospedali bolognesi.

Tutto regolamentato e spiegato nelle varie documentazioni che Ausl (Maggiore, Bellaria, Roncati e Gramsci) e Sant’Orsola hanno fornito al consigliere regionale forzista Galeazzo Bignami, che ha chiesto di poter accedere ai dati. Questi i canoni annui corrisposti da Grossi: 8.500 euro all’Ausl, 5.000 euro al Sant’Orsola. Per il Rizzoli il discorso è a parte: lo Ior ha incassato da Grossi 10.150 euro (più Iva), ma non ha fornito a Bignami i ricavi della stessa ditta.

Per il consigliere qualcosa non torna: "Ci poniamo delle domande – spiega – sui valori corrisposti alle aziende ospedaliere confrontati ai volumi delle rimozioni e di conseguenza ai ricavi chi le effettua. C’è una lontananza notevole tra le cifre, una sproporzione, anche considerando la severità utilizzata nel rimuoverle".

Il dato che vuole mettere in luce Bignami è quello del numero di rimozioni al Sant’Orsola: 1.096 solo nel 2015, raddoppiate dal 2014, quando sono state 577 (ma Grossi non era affidatario nei primi mesi dell’anno).

"Tante, quando in cambio Grossi paga solo 5mila euro – continua Bignami, che sul caso presenterà un’interrogazione in Regione –. La Grossi gestisce tutto e quello che viene fuori è un business importante. Una situazione molto diversa da quella di Imola: ho interpellato l’Azienda sanitaria e là non solo non ci sono appalti e la competenza è del Comune, ma negli ultimi 5 anni non ci sono state proprio rimozioni in quelle aree, per nessuno. Ecco, forse anche a Bologna si potrebbe pensare a una gestione mitigata con il Comune. Mi sembra sia stata abbandonata l’idea che quelli siano ospedali: chi parcheggia lì non lo fa perché va in palestra o a fare l’aperitivo, lo fa per un problema personale. Sono quasi 2.000 rimozioni all’anno tra Ausl (circa 900, ndr) e Sant’Orsola, 5 al giorno. Troppe, i cittadini vanno aiutati".

La Grossi è succeduta, per la gestione delle aree pertinenti al Sant’Orsola, alla Sipa di Perugia che ha risolto il contratto a marzo 2014. Quanto all’Ausl, con cui la Grossi lavora dal 2010, secondo i dati forniti a Bignami, il ricavato totale in 5 anni è stato di 407.730 euro.

Il costo per le rimozioni, bando alla mano, è di 70 euro per i dipendenti e di 90 euro per i cittadini (deposito escluso). L’affidamento del servizio dura fino al 2019, per un incasso totale di 34mila euro per l’Ausl e di 20mila per il Policlinico pagati da Grossi. 

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