Guida ai ristoranti dell’Espresso, al top rimangono i Portici

Poche novità in città e provincia. In pole anche il Marconi di Sasso e il San Domenico di Imola

Al centro Agostino Iacobucci, chef de I Portici

Al centro Agostino Iacobucci, chef de I Portici

Bologna, 21 ottobre 2016 - I risultati dovevano rimanere riservati fino a ieri mattina, quando il volume “I ristoranti d’Italia 2017” dell’Espresso è stato presentato alla Leopolda di Firenze. La tradizionale segretezza della guida diretta da Enzo Vizzari è stata invece violata da qualche buontempone su Facebook il giorno prima dell’affollato rito di disvelamento, tra ampi cori di lazzi e ironie. Tutto sommato è questa la novità più curiosa di quest’anno. Per l’Emilia Romagna e Bologna, invece, la musica non cambia: con la straordinaria eccezione di Massimo Bottura, siamo e restiamo una periferia dell’alta ristorazione. Molte conferme, qualche riconoscimento e poco altro. Brilla sempre più l’Osteria Francescana: Bottura è ai vertici nazionali in compagnia di Mauro Uliassi, Niko Romito, Enrico Crippa e Massimiliano Alajmo. Tutti e cinque ottengono la valutazione massima (da quest’anno la guida ha eliminato i voti in ventesimi, sostituiti da un giudizio variabile tra zero e cinque cappelli).

Osteria Francescana a parte, nessun altro locale in regione ha ottenuto più dei due cappelli assegnati ai Portici di Agostino Iacobucci, al San Domenico di Imola (gli chef sono Valentino Marcattilii e Max Mascia) e al rinnovato Marconi di Aurora e Massimo Mazzucchelli a Sasso. Ottime soddisfazioni per Massimiliano Poggi che ottiene un cappello sia col suo nuovo ristorante al Trebbo, sia al Cambio di via Stalingrado, da poco riconvertito su un’accurata cucina tradizionale. Stessa valutazione per l’Osteria Mirasole di Franco Cimini a San Giovanni in Persiceto, l’Osteria Bottega di Daniele Minarelli, il Sotto l’arco di Villa Aretusi (ai fornelli c’è l’estroso Alessandro Panichi) e l’Antica trattoria di Sacerno di Dario Picchiotti, brillante anche in tv nel recente “Top Chef Italia”. Nessun cappello ad Amerigo, a conferma che la magnifica trattoria di Savigno piace più alla Michelin che ad altri. Fra i locali di città, diverse uscite e qualche nuovo ingresso: l’Arcimboldo, Oltre e Fourghetti (sul neonato ristorante di Bruno Barbieri la guida rinvia il giudizio “a rodaggio compiuto”). Non pervenuto, invece, un locale importante come l’Osteria Bartolini di Piazza Malpighi, aperto probabilmente fuori tempo massimo per l’inserimento in guida. Nella scelta dei locali si nota finalmente un certo sforzo di svecchiamento, anche se timido. Viene in mente uno slogan di Piero Angela, “il piacere della scoperta”: è un piacere che la critica gastronomica coltiva pochino, almeno dalle nostre parti. Eppure sarebbe un modo per dare peso e freschezza alle care vecchie guide, sempre più massacrate dalla concorrenza del web. Discutibile e scalcagnata fin che volete, ma gratis.

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