Migranti da Cona, tensione all'hub di Bologna

Anarchici e forze dell’ordine per l’arrivo dei pullman dal centro veneziano

Tensione davanti l’ingresso dell’Hub di via Mattei

Tensione davanti l’ingresso dell’Hub di via Mattei

Bologna, 4 gennaio 2017 – E' arrivato nel primo pomeriggio in via Mattei il primo pullman con i migranti da Cona (Venezia), teatro di una dura rivolta degli immigrati dopo la morte di una ragazza. A seguirlo, due furgoni con altri migranti. In tutto, quindi, dal Veneziano sono arrivate un centinaio di persone. Ma a loro va aggiunta un'altra cinquantina di richiedenti asilo provenenti da Taranto e Trapani. Per fare posto a questi nuovi arrivi, un centinaio di stranieri ospiti della struttura di via Mattei erano stati trasferiti in altri centri regionali.

Davanti all’hub regionale di via Mattei le forze dell’ordine erano già dispiegate dalla prima mattina (foto). Carabinieri e polizia con gli uomini del reparto ordine pubblico presidiano l’ingresso del centro, mentre in mattinata la Digos aveva già identificato una dozzina di anarchici presenti nei pressi del centro e che, all'arrivo del pullman, hanno esposto striscioni: 'Non siete soli, solidali con chi si rivolta'. E sui muri dell’hub sono comparse in queste ore scritte d’insulto con i colori e i caratteri della polizia. Momenti di tensione, quindi, soprattutto quando i ragazzi si sono spostati in mezzo alla strada e hanno rallentato il traffico. Ma poco dopo hanno abbandonato la carreggiata e tutto è filato liscio.

«A quanto si apprende alcuni dei clandestini che si sono resi protagonisti di una rivolta nel centro profughi di Cona in Veneto, sarebbero diretti nel centro Hub di Bologna. Se così fosse sarebbe davvero gravissimo e inaccettabile». E’ l’affondo di Daniele Marchetti, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna della Lega Nord. «È davvero incredibile - attacca Marchetti -, invece di essere cacciati a forza e riportati di corsa nei loro Paesi di origine, dopo che hanno sequestrato degli operatori del centro in cui erano ospitati, questi signori vengono semplicemente spostati e non in un posto a caso, ma nella bella e accogliente Emilia-Romagna, dove saranno coccolati, serviti e riveriti. Forse per loro le leggi non valgono? Hanno creato disordini, sequestrato delle persone, ma nonostante tutto rimangono liberi di circolare con vitto e alloggio garantito? È assolutamente folle. Per questo - conclude - depositeremo a brevissimo un’interrogazione per capire come verranno gestiti questi nuovi arrivi e se tra le persone trasferite vi sia qualcuno denunciato per i fatti commessi a Cona»

E Forza Italia organizza, assieme all’associazione ‘centrodestra per Bologna’, organizza per sabato (dalle 11) un presidio davanti all’hub di via Mattei. Il trasferimento – spiega Galeazzo Bignami – «è uno sfregio inammissibile che va oltre ogni logioca di accoglienza». Bignami ricorda peraltro che all’hub di via Mattei la capienza e’ per 275 ospiti, ma ce ne sono «sempre più di 500. E allora che si fa: da un centro al collasso si spostano persone ad un altro centro per farlo collassare?».

Cerca invece di smorzare i toni il deputato bolognese del Pd, Andrea De Maria che chiede a tutti equilibrio e senso di responsabilità: «Dobbiamo affrontare una sfida difficile e per certi versi drammatica. Di fronte alla emergenza di profughi e rifugiati tanti sono gli aspetti da affrontare. C’e’ un aspetto di politica internazionale: trovare percorsi di pace e stabilità dove ci sono guerre e conflitti, come in Siria. Fondamentale è l’iniziativa assunta dal Governo di raccordo con i Paesi di immigrazione per i rimpatri». Poi, continua De Maria «c’è poi un tema di qualità della accoglienza, centri sovraffollati e degradati diventano inevitabilmente occasione di tensione e sofferenza, per questo giustamente il Comune di Bologna si era battuto per la chiusura del centro di Via Mattei». Secondo De Maria, c’è «infine un tema di sicurezza, di una iniziativa volta a prevenire la presenza sul nostro territorio di terroristi fondamentalisti, che sono ben altra cosa rispetto ai profughi ma che possono utilizzare quel dramma per la loro iniziativa eversiva e di terrore. Come si vede problemi molto grandi. Quindi - conclude - serve unità nel Paese, senso di responsabilità, impegno di tutti: non ci sono ricette facili e non c’è spazio, per il bene del Paese, per strumentalizzazioni politiche».

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