Bologna, sciopero della scuola il 23 febbraio 2018

Altre novità da sapere: è stato rafforzato il sistema di convenzioni con i nidi privati e per la dichiarazione dei redditi 2018 sale l'importo massimo detraibile per ciascun alunno

Studenti in una foto d'archivio Crocchioni

Studenti in una foto d'archivio Crocchioni

Bologna, 22 Febbraio 2018 - Sciopero generale della scuola domani, venerdì 23 febbraio. A proclamarlo Sgb, Cobas, Usb, Cub, Unicobas e anche i maestri diplomati alle vecchie magistrali che rischiano il licenziamento a seguito della sentenza del Consiglio di Stato. In città, Sgb organizza una manifestazione regionale con partenza alle 9 sotto le finestre dell’Ufficio scolastico regionale in via Castagnoli 1. La giornata di protesta porterà molte scuole a non garantire il normale svolgimento delle lezioni, con entrare o uscite anticipate; per non parlare del servizio mensa che potrebbe essere a macchia di leopardo.

Novità, invece, sul fronte nidi privati convenzionati dove il Comune annuncia che il nuovo sistema di convenzioni, sperimentato per il 2017-2018, non solo sarà confermato, ma anche rafforzato. L’Amministrazione, spiega la vicesindaco con delega alla Scuola, Marilena Pillati, sta infatti valutando di aumentare le risorse dedicate a questa voce in modo da dara un ulteriore colpo d’ala all'abbattimento delle rette in favore delle famiglie meno facoltose. Introdotta un anno fa, la sperimentazione prevedeva il riconoscimento di un contributo ai nidi private di 300 euro per ciascun posto a patto che venisse applicata una retta il più possibile vicina a quella comunale massima. “Pur confermando la validità di questo impianto – spiega Pillati - stiamo valutando la possibilità di sorreggere questo ragionamento, cercando di differenziare il sostegno verso i nidi privati in modo tale da consentire di graduare l'abbattimento delle rette e, quindi, di permettere l'accesso anche a famiglie con Isee medio-basso e non solo medio-alto".

Insomma, contributi differenziati in base al reddito al posto dei 300 euro uguali per tutti. E’ evidente, sottolinea il vicesindaco, come ciò “richieda una disponibilità di risorse maggiore” perché abbattere di più le rette significa “mettere a disposizione dei nidi risorse maggiori: un calo delle tariffe non può dipendere da un calo della qualità e delle condizioni di benessere all'interno del nido”. Il meccanismo è pensato “a parità di condizioni che, per definizione, prevedono costi elevati: un nido di qualità non può essere offerto sul mercato a prezzi stracciati, altrimenti significa che è altro, non un nido”. Al contempo, Palazzo D'Accursio intende confermare anche i nuovi criteri per l'accesso ai nidi che, da quest’anno, non si basano solo sull'Isee ma anche sulla condizione familiare, lavorativa o eventualmente di studio dei genitori. Da ultimo, con la dichiarazione dei redditi 2018 è confermata per le famiglie la possibilità di detrarre le spese sostenute nel 2017 per la refezione scolastica e i servizi integrativi (assistenza al pasto e pre-post scuola). Il tutto con una novità: l'importo massimo detraibile per ciascun alunno sale a 717 euro, 153 euro in più rispetto al 2017. Non sono detraibili invece le spese di trasporto scolastico. Per le spese per il pagamento di rette di frequenza di nidi pubblici o privati, l'importo massimo detraibile è di 632 euro per ciascun figlio.  

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