Scontri a Bologna, la guerra annacquata dei collettivi / FOTO e VIDEO

Bombe carta, lacrimogeni e manganelli. Idranti per disperdere gli antagonisti: non succedeva dal ’77

Gli scontri in centro (foto Schicchi)

Gli scontri in centro (foto Schicchi)

Bologna, 17 febbraio 2018 - In un attimo è stato il caos. E gli idranti, per la prima volta a Bologna dal ‘77, hanno respinto la protesta degli oltre mille antagonisti, in centro in presidio (e poi corteo) da mezzogiorno per contestare il comizio di Roberto Fiore di Forza Nuova. Che si è comunque tenuto, per una trentina di spettatori, in una piazza Galvani blindata. Centinaia di poliziotti e carabinieri, circa 400, hanno chiuso a tenaglia quel quadrato di città. Ma la protesta, montata fin dal mattino, è sfociata in una guerriglia fatta di acqua e lacrimogeni da una parte, e bottiglie e bombe carta dall’altra (FOTO).   La tensione era nell’aria fin dal mattino. Ed è cresciuta, come il numero degli antagonisti, man mano che si avvicinava l’ora del comizio. Le prime avvisaglie sono state intorno a mezzogiorno, durante il question time del consiglio comunale, con l’irruzione del collettivo Hobo con cori e striscioni contro Forza Nuova e contro il Pd («I veri fascisti siete voi»). I vigili sono intervenuti con decisione per rimuovere lo striscione esposto a mano dal collettivo, ne è seguito un strattonamento del drappo durato una ventina di secondi – coinvolto per alcuni attimi anche Claudio Mazzanti, capogruppo Pd – a causa del quale sono rimasti feriti due vigili: uno ha riportato la rottura del malleolo (30 giorni di prognosi), l’altro una contusione a un polso (12 giorni). Durante il parapiglia alcune consigliere comunali della maggioranza (Mazzoni, Li Calzi, Lembi, Frascaroli) hanno intonato ‘Bella Ciao’, venendo poi coperte di insulti dai ragazzi di Hobo.   Poi, intorno alle 12,30, in piazza Galvani sono arrivati una settantina di attivisti, tra Làbas, Tpo, Crash, Cua, Xm24, Vag61 e Nodo antifascista. La loro intenzione era quella di ‘occupare’ la piazza, impedendo così l’iniziativa del movimento di estrema destra. Sono rimasti in presidio lì un’ora, monitorati dalla Digos e da due squadre del Reparto mobile. Che, però, alle 13,30, si sono mossi, per sgomberarli. Il cordone ha fatto arretrare i collettivi. Sono partiti i primi tafferugli, tra spintoni e manganellate, in due distinti momenti, fino a quando il gruppo è stato costretto a ripiegare in via Farini, all’altezza di piazza Cavour. Qui, si sono già contati i primi feriti: un agente della Digos colpito a una mano e alcuni tra gli antagonisti. Una manganellata è arrivata anche a una giornalista.   La fase ‘due’ di una giornata di passione che riporta alla mente gli analoghi scontri in occasione, nel 2014, sempre di un comizio di Fiore, allora in piazza San Domenico, sono state cinque ore di adunata, al gelo, in piazza Maggiore. Dalle 15, il gruppo degli antifascisti si è ritrovato all’altezza del Crescentone. Dietro lo striscione ‘Bologna antifascista’ il numero aumentava: da un centinaio di persone si è arrivati, allo scoccare delle 19, a mille. Fumogeni rossi, cori a dire “Fuori i fascisti da Bologna”. Poi il corteo è partito, diretto verso piazza Galvani. Ma per proteggere quello spazio, la polizia aveva chiuso le strade con i mezzi alari e poi usato gli idranti.   Il serpente rosso ha iniziato la sua marcia in via Rizzoli. Arrivati all’altezza di via Castiglione, i mille hanno tentato la sorpresa, svoltando all’improvviso, e di corsa, in via Santo Stefano. Da lì hanno raggiunto via Farini. In marcia, spediti, malgrado due idranti della polizia fossero schierati all’angolo con piazza Cavour. E quando la folla è stata troppo vicina, gli idranti hanno sparato. È stato un attimo, ed è stato il delirio. Al getto d’acqua gli antagonisti hanno risposto con una pioggia di bottiglie e di bombe carta. Alla pressione degli idranti, si è aggiunto un lacrimogeno. I manifestanti sono arretrati, la tensione è durata una decina di minuti. Due degli antagonisti sono stati fermati dalla polizia per lancio pericoloso di oggetti e accompagnati in Questura, identificati e denunciati. Un agente del Reparto mobile di Padova è invece finito al pronto soccorso, dopo che una bomba carta gli è esplosa vicino. Alla fine, il bilancio dei feriti tra i manifestanti è stato di sei persone, due invece tra i poliziotti. E quando ormai anche il comizio di Fiore era finito, e tra strada Maggiore e via San Vitale sfilava quello che restava del corteo concluso alle 21, in centro rimaneva la paura di una giornata di guerriglia (VIDEO).

 

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