Bologna, la scuola materna diventa a pagamento

In commissione la vicesindaco Pillati porta gli emendamenti che istituiscono una tariffa equivalente al costo della mensa. Dolo 24 ore fa l'accordo coi sindacati, che prevedeva invece la gratuità

Marilena Pillati, vicesindaco di Bologna

Marilena Pillati, vicesindaco di Bologna

Bologna, 15 dicembre 2017 - Contrordine: le materne comunali non sono più gratuite. A neppure 48 ore dalla firma del verbale con Cgil-Cisl-Uil che sanciva la gratuità delle scuole dell’infanzia, il colpo di scena in Commissione a Palazzo. Dove la vicesindaco Marilena Pillati porta gli emendamenti alla famigerata delibera che già abrogava la gratuità e aveva fatto scoppiare il vespaio.

E gli emendamenti, nonostante il verbale con Cgil Cisl e Uil affermi nero su bianco il contrario, parlano chiaro: la scuoa dell’infanzia comunale è gratuita per tutti – si legge – viene sostituito da «il momento del pasto è considerato parte essenziale dell’offerta formativa, pertanto la frequenza della scuola è soggetta al pagamento di una tariffa equivalente e non superiore al costo della refezione scolastica». Una tariffa che, di fatto, aprirebbe una breccia verso un’ipotizzabile tassa di iscrizione.

Da notare che la petizione del comitato Scuola e Costituzione a difesa della gratuità sta veleggiando verso le 3mila firme. Ed è polemica. Con la Uil che attraverso il suo segretario generale Giuliano Zignani dichiara «Il verbale sottoscritto in merito alla gratuità della materna non lascia spazio ad ambiguità alcuna: la gratuità va confermata». Visti i recenti emendamenti, «ora l’Amministrazione comunale faccia chiarezza». Una richiesta che, a stretto giro di posta, arriva anche al segretario generale della Cgil, Maurizio Lunghi: «La gratuità va confermata. L’Amministrazione chiarisca subito».

Anche l’Flc Cgil vuole capire che è successo: «Ci sembra si stia mascherando la trasformazione della gratuità in tariffa di frequenza», osserva la segretaria Susi Bagni. Più dura Raffaella Morsia, segretaria regionale Flc Cgil: «Occorre fare un’operazione di verità e trasparenza. Ormai non si possono più mascherare le vere intenzioni. Se si voleva davvero reintrodurre la gratuità, bastava scriverlo, utilizzando la terminologia precedente». Quella ante delibera del 21 novembre, licenziata dalla Giunta Merola su proposta del vicesindaco. «Questo – conclude Morsia – è un segnale preoccupante perché, oltretutto, non fanno prevalere gli interessi dei bambini, titolari di diritti individuali».  

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