Bologna, siccità, riserve d'acqua quasi esaurite

Il punto dei tecnici della Bonifica Renana, canali e laghi sono al limite

Siccità nel Bolognese (foto Radogna)

Siccità nel Bolognese (foto Radogna)

Bologna, 25 giugno 2017 - Monitor accesi tutta la notte collegati a sonde per misurare il livello del Cer (canale emiliano romagnolo) e dei laghi di Varignana a Castel San Pietro. I dati, poi, vengono analizzati da Manuel Veronese e Davide Rondini, tecnici della bonifica Renana, che fanno la spola da un corso d’acqua all’altro. Arrivati ai laghi, appena si parla di siccità, il loro sguardo punta nella stessa direzione. «Vede là, c’è un muretto che indica il livello normale dei laghi. Come vede siamo sotto di alcuni metri». Per dieci giorni ci sarà abbastanza acqua per tutti, poi la situazione, in mancanza di pioggia, diventerà critica soprattutto nella zona di Castel San Pietro e Medicina. «Ancora non c’è allarme – sottolinea il direttore della Bonifica Renana, Paolo Pini -. La situazione è sotto controllo». Tutto, però, dipende dal fiume Po che alimenta il Cer: «C’è un motivo per cui ora sono abbastanza tranquillo – prosegue Pini -: il Po può fare affidamento sull’acqua che proviene dai laghi. Quindi, anche se non piove, esiste ancora una riserva ragguardevole. Non siamo in emergenza come Piacenza e Parma. Le mie previsioni, però, si fermano ai prossimi dieci giorni. Nel caso venissero imposte limitazioni di prelievi dal Po, allora ci sarebbero dei problemi perché non potremmo alimentare il Cer».

A preoccupare già ora Pini ci sono i laghetti di Varignana che riforniscono Medicina (terzo territorio più grande della provincia) e Castel San Pietro: «Qui, siamo già al limite e possiamo andare avanti per dieci giorni. Poi si rischia di restare a secco». E va monitorato anche il fiume Reno: «A breve ci sarà un incontro con la cabina di regia formata da tutti gli enti interessati. Probabilmente si chiederà a Enel di rilasciare l’acqua del lago di Suviana per alimentare il Reno. Altrimenti inizieranno le criticità».

Pini illustra il quadro attuale: «Nelle annate più siccitose distribuiamo fino a 90 milioni di metri cubi di acqua (50 milioni in quelle normali), dei quali oltre 80% provengono dal Cer. Nelle annate normali circa 15mila ettari irrigati, nelle annate più siccitose oltre 18mila. I primi sei mesi del 2017 sono stati caratterizzati da precipitazioni molto più scarse della media, con differenze nell’ordine di 200mm in meno (- 50%) rispetto al 2016». Non sono mancati gli interventi straordinari per aiutare gli agricoltori: «Sono stati irrigati eccezionalmente oltre 150 ettari di grano a metà marzo - aggiunge -; in queste settimane anche 400 ettari di sorgo».

Pini azzarda previsioni: «Il momento di attenzione riguarderà i prossimi 20 giorni, poi alcune delle colture (patate, cipolle per circa 2mila ettari) termineranno il proprio ciclo produttivo e quindi non avranno più necessità di acqua. Resteranno da irrigare fino a fine luglio 6mila ettari di mais, oltre ai 1.500 ettari di frutteti». Bisogna evitare gli allarmismi: «Invitiamo gli agricoltori a restare calmi e a irrigare secondo le indicazioni - conclude Pini -. Non va dimenticato che l’acqua è essenziale: mantiene in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio».

 

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