Spese pazze in Regione, chiesti due anni e mezzo per Bernardini

Requisitoria del pm, che pur alleggerendo la posizione di Cavalli, Parma e Bernardini, ha chiesto pene consistenti per tutti e tre gli ex consiglieri regionali. Prossima udienza il 24 marzo

MANES BERNARDINI

MANES BERNARDINI

Bologna, 10 marzo 2017 - Si avvia alla conclusione il processo di primo grado nei confronti di tre ex consiglieri regionali emiliano-romagnoli della Lega nord, coinvolti nell’inchiesta sulle cosiddette ‘spese pazze’ in viale Aldo Moro.

Questa mattina la pm Morena Plazzi ha infatti svolto la sua requisitoria nel processo per peculato a carico dei tre ex eletti del Carroccio -Manes Bernardini, Stefano Cavalli e Maurizio Parma- chiedendo per il primo la condanna a due anni e sei mesi di carcere, e per Parma e Cavalli due anni e tre mesi.

Nel mirino della pm, che comunque ha chiesto l’assoluzione per diverse delle spese inizialmente contestate, ci sono soprattutto una “pseudo-consulenza da 1.200 euro al mese” affidata, nel periodo in cui Parma era capogruppo (2005-2009) ad una collega di studio dell’avvocato Roberto Corradi, all’epoca consigliere regionale della Lega, e uscito dal processo a settembre 2015 patteggiando un anno e sei mesi. La richiesta di condanna nasce proprio dal fatto che Parma avallò i pagamenti alla consulente, pur essendo consapevole, secondo Plazzi, del fatto che si trattava di un incarico ‘fasullo’. La pm ha invece chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, per le spese ‘conviviali’ (ad esempio le cene) inizialmente contestate all’ex capogruppo, perché “si tratta di spese ‘ambivalenti’, che non si possono considerare penalmente rilevanti, in quanto è difficile dimostrare che non fossero inerenti all’incarico istituzionale ricoperto da Parma”.

Infine, per quanto riguarda Bernardini, che partiva a sua volta da una contestazione di circa 44.000 euro (poi notevolmente ridotta), la pm punta l’attenzione su alcune spese nei ristoranti, e su due consulenze da 1.500 euro: la prima a una ragazza che, secondo la ricostruzione della Procura, si occupava di accogliere gli ospiti delle iniziative elettorali di Bernardini durante la campagna elettorale per le elezioni comunali di Bologna del 2011, e la seconda a una praticante dello studio legale dello stesso ex consigliere, che però non si sarebbe mai vista in Regione.

Infine, a Bernardini vengono contestati una serie di acquisti, tra cui dei cd musicali, un decoder Samsung, e un abbonamento biennale da 3.752 euro a un sistema di ricerca e aggiornamento on line per avvocati. Chiesta l’assoluzione, invece, per le spese relative ai parcheggi, a una serie di cene, e per quelle effettuate per ospitare in albergo a Porretta esponenti politici come Magdi Allam e Mario Borghezio.

Nella sua requisitoria Plazzi ha colto anche l’occasione per sottolineare come, vista la natura di molte delle contestazioni mosse dalla Procura agli ex consiglieri regionali, “non si possa parlare di ‘spese pazze’, come è stata invece proditoriamente definita questa inchiesta, se non in pochi casi”, che comunque, precisa, “non riguardano gli esponenti della Lega”. La prossima udienza, in cui dovrebbe arrivare la sentenza, è in programma per il 24 marzo, dato che i legali degli ex consiglieri hanno assicurato che non aderiranno allo sciopero degli avvocati proclamato proprio per quella giornata.

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