Bologna, lo Stato Sociale: "Volevamo arrivare penultimi"

La notte di festa dopo il quasi-trionfo di Sanremo. "Uno scherzo gigante"

Lo Stato Sociale durante l’esibizione con Paolo Rossi e il Piccolo Coro ‘Mariele Ventre’

Lo Stato Sociale durante l’esibizione con Paolo Rossi e il Piccolo Coro ‘Mariele Ventre’

Bologna, 12 febbraio 2018 - Tutto molto, molto, fortitudino. Albeggiava ieri mattina fuori dall’albergo sanremese de Lo Stato Sociale, mentre fans e amici radunati davanti all’ingresso dissipavano le ultime energie che gli erano rimaste in corpo per ricordare ai cinque “biassanot” bolognesi che la piazza d’onore strappata da “Una vita in vacanza” sul palco dell’Ariston costituisce un’impresa simile a quella messa a segno ventidue anni fa da Elio e le Storie Tese con “La terra dei cachi”.

Sanremo 2018, lo stato Sociale arriva secondo all'Ariston / FOTO

Già, gli Elii, il “simpatico complessino” con cui Ludovico “Lodo” Guenzi, Alberto “Albi” Cazzola, Francesco “Checco” Draicchio, Alberto “Bebo” Guidetti e Enrico “Carota” Roberto in questa loro avventura sanremese avrebbero voluto dividere gli ultimi posti della classifica e che invece, fin dalla prima esecuzione, si sono visti costretti a tradire con una gara di testa. Elio & Co. , infatti, hanno inseguito tenacemente il loro traguardo con una brutta canzone spernacchiata dalle giurie, mentre lo Stato Sociale no. Anzi, loro si sono inventati il tormentone di questa 68° edizione condendolo con la performance dell’acrobatic dancer al gerovital Paddy Jones che ha reso virali su YouTube i video delle loro performance.

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Insomma, Lodo, Albi, Checco, Bebo e Carota sono andati stoicamente incontro ad un gioioso fallimento, figlio della bacchetta magica di Harry Potter usata venerdì sera dal maestro Fabio Gargiulo per dirigere l’orchestra. «Volevamo arrivare penultimi e invece la classifica s’è invertita; penultimi al contrario» butta là il frontman dai due nomi.

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«Hai presente quando t’inventi un bello scherzo, che poi diventa gigante?». Ecco, hanno finito per ritrovarsi pure loro gabbati dallo scherzo extra-large che avevano architettato. «Visto il clima surreale di questa nostra partecipazione avrebbe potuto accadere di tutto, pure di vincerlo questo Festival» buttano là senza troppa convinzione. Non esageriamo. La corazzata Ermal Meta-Fabrizio Moro era proprio invincibile e i dati delle votazioni dicono che i cinque “regaz” hanno addirittura perso la sfida finale all’ultimo televoto contro Annalisa, ma, in forza delle preferenze immagazzinate nei cinque giorni di gara, sono riusciti a mantenere lo stesso il secondo posto. Se l’ultimo confronto si fosse svolto col regolamento dello scorso anno, che azzerava il conteggio prima della manche decisiva, si sarebbero dovuti accontentare della terza posizione.

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