Strage di Bologna, primi indagati nell’inchiesta sui mandanti / FOTO

La svolta dopo le rogatorie in Svizzera sui conti riconducibili a Licio Gelli. Ora il fascicolo non è più contro ignoti. Per il 38esimo anniversario il governo manda il sottosegretario dell’Orco

La bomba alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 provocò 85 morti e 200 feriti

La bomba alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 provocò 85 morti e 200 feriti

Bologna, 24 luglio 2018 – Nono è più contro ignoti l’inchiesta della Procura generale sui mandanti della strage alla stazione del 2 agosto 1980. L’avvocato generale Alberto Candi e il sostituto procuratore generale Nicola Proto, titolari del delicatissimo fascicolo, hanno infatti iscritto i primi nomi nelle scorse settimane, dopo aver sentito diversi testimoni e aver svolto rogatorie in Svizzera sui conti correnti riconducibili al venerabile maestro della loggia P2 Licio Gelli. Il clamoroso sviluppo arriva a pochi giorni dalla commemorazione del trentottesimo anniversario della strage in cui morirono 85 persone e ne rimasero ferite più di 200. Ai vari filoni d’indagine lavorano i carabinieri del Ros, la Digos e la Guardia di finanza. Al centro di tutto c’è il conto corrente riconducile appunto a Gelli, morto nel dicembre 2015 e già condannato per depistaggio nei vecchi processi che portarono alla condanna dei tre terroristi ‘neri’ dei Nar Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini quali esecutori materiali della strage (attualmente è in corso il processo al quarto Nar Gilberto Cavallini).

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Il livello superiore, cioè quello dei mandanti, è però sempre rimasto avvolto nel mistero e la Procura ordinaria, dopo anni di indagine, aveva chiesto l’archiviazione. La Procura generale ha però avocato il fascicolo e ora, pur nella difficoltà di svolgere accertamenti a 38 anni dai fatti su persone già molto anziane o, in qualche caso, decedute, sta facendo passi avanti. Sotto la lente dei magistrati è finito il cosiddetto ‘documento Bologna’, un pizzino che riporta il nome della città seguito dal numero di un conto corrente di una banca svizzera e una serie di cifre affiancate da alcune diciture. Gli inquirenti a febbraio sono andati a Ginevra e hanno chiesto alle banche elvetiche tutte le informazioni su quel conto. Per ora sono arrivate solo risposte parziali e la Procura generale aspetta ancora la documentazione completa.

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Intanto, però, sono state sentite molte persone in veste di testimoni e qualcuno, che all’epoca era vicino a Gelli, ha raccontato di versamenti dai conti riconducibili all’ex capo della loggia massonica ad ambienti dei terroristi di estrema destra. Questa pista investigativa, in cui rivestono un ruolo anche i servizi segreti deviati, è ritenuta molto interessante degli inquirenti e proprio su questo terreno sono nate le prime iscrizioni sul registro degli indagati. Si tratterebbe di alcune persone all’epoca gravitanti nell’orbita di Gelli. Per avere un quadro chiaro però serviranno ancora mesi. Nel frattempo, proprio ieri è stato reso noto quale esponente del Governo parteciperà alla commemorazione del 2 agosto. Si tratta del sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture Michele Dell’Orco.

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