Bologna, cinque trapianti di fegato e reni al Sant'Orsola

Il direttore generale Messori: "Risultati possibili solo grazie alla generosità dei donatori"

Il professor Matteo Cescon, al centro, con il team di medici, anestesisti e infermieri

Il professor Matteo Cescon, al centro, con il team di medici, anestesisti e infermieri

Bologna, 5 marzo 2018 - Cinque pazienti in lista d’attesa per un trapianto d’organo l'altro giorno sono stati chiamati dal Sant’Orsola: uno per il fegato e quattro per i reni. Una maratona complessa da organizzare, che terminerà solo oggi, anche perché due persone hanno ricevuto non un solo rene, ma ben due.

Gli organi sono arrivati dal Maggiore e da altri centri dell’Emilia Romagna. Antonella Messori, direttore generale del Sant’Orsola, punta sulla solidarietà: «I risultati dei nostri professionisti sono possibili solo grazie alla generosità dei familiari dei donatori, che ringrazio pubblicamente per il grande valore della loro scelta, e all’impegno della rete regionale, coordinata dal Centro regionale trapianti diretto da Gabriela Sangiorgi, e del personale del 118 e di tutti gli ospedali coinvolti, dal Maggiore a Rimini, da Piacenza a Ferrara, dove è in corso una donazione pediatrica».

Il professor Matteo Cescon, direttore della Chirurgia generale e trapianti, sta per entrare in sala operatoria: «Il doppio trapianto di rene è una procedura che si verifica ogni tanto e diventa una rarità eseguirla nella stessa giornata su due pazienti. Si decide di impiantare entrambi i reni del donatore quando la funzionalità di uno solo potrebbe non essere sufficiente».

L'altro pomeriggio il personale stava preparando tre sale operatorie. «Normalmente operiamo in due sale del padiglione 5, una per il fegato e una per il rene, ma oggi abbiamo dovuto chiedere la disponibilità di una terza sala, nel blocco della chirurgia d’urgenza del professor Maurizio Cervellera, per fare in modo che gli organi restassero privi di circolazione sanguigna il minor tempo possibile. Così – precisa Cescon – saremo divisi in tre gruppi: io seguo il fegato, mentre il dottor Matteo Ravaioli sta coordinando i trapianti di rene».

Prima di indossare di nuovo il camice da chirurgo, anche il professore ha un pensiero di gratitudine per i donatori e per chi lavora al suo fianco. «Nel nostro team chirurgico – sottolinea Cescon – ci sono molti specialisti che hanno poco più di trent’anni, e ricordo anche tutti gli infermieri, l’équipe di anestesisti coordinata dal dottor Antonio Siniscalchi e dal professor Stefano Faenza e il professor Gaetano La Manna della Nefrologia».

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