Salvato dal cancro a 12 anni, a scuola alla festa di fine anno

Intervento di 8 ore per asportare un tumore raro: il sarcoma di Ewing. Il professor Lima: "Aperti torace, addome e diaframma"

Da sinistra: Giovanni Ruggeri, Fabio Caramelli, Mario Lima e Michele Libri (Schicchi)

Da sinistra: Giovanni Ruggeri, Fabio Caramelli, Mario Lima e Michele Libri (Schicchi)

Bologna, 3 giugno 2017 – C’è uno studente delle medie che, appena dimesso dal Sant’Orsola, parteciperà alla festa scolastica di fine anno con i compagni.

Potrebbe sembrare un episodio normale, in realtà è una conquista della scienza e del coraggio del dodicenne colpito da un tumore raro delle ossa, il sarcoma di Ewing, che aveva dato origine a una grande massa neoplastica, estesa tra torace e addome. Il ragazzino è stato operato dal professor Mario Lima lo scorso 19 maggio: otto ore in sala operatoria, due giorni in rianimazione, la degenza in reparto e il ritorno a casa.

«Ha avuto una ripresa formidabile – dice con gioia la mamma dello studente –. Tutto è iniziato lo scorso settembre, mi diceva che sentiva dei dolori al fianco quando giocava con gli amici o andava in bicicletta e dopo un primo ricovero in un ospedale della Romagna – dove abitiamo – quando è stata diagnosticata la malattia i medici ci hanno inviato al Rizzoli e da lì siamo passati al Sant’Orsola per l’operazione». All’inizio, in famiglia si vivono momenti difficilissimi. «Ho dovuto reagire per mio figlio – prosegue la madre – . Quando mi vedeva giù, mi diceva ‘mamma non ti preoccupare, la cura c’è e ce la faremo’. Conoscendolo, mi aspettavo da lui una reazione buona, ma ho scoperto che è anche molto coraggioso. Ora guarda la sua ferita e dice solo ‘è un po’ grande’, poi non vede l’ora di tornare a casa. Ci auguriamo che sia promosso, ha frequentato la scuola al Rizzoli e nei periodi in cui non era ricoverato i suoi insegnanti venivano a casa. Ringrazio tutti i medici che ci hanno seguito e sostenuto nelle difficoltà».

Che tipo di intervento è stato eseguito? «Molto impegnativo, perché sono stati aperti contemporaneamente il torace, l’addome e il muscolo del diaframma in modo da riuscire ad asportare in maniera radicale l’enorme massa tumorale per poter guarire – risponde il professor Lima, direttore della Chirurgia pediatrica. C’erano dei rischi: siamo dovuti andare molto vicino all’aorta e all’esofago. Abbiamo dovuto portare via anche tre costole, la zona da cui il tumore si era sviluppato. È andato tutto bene e ringrazio della collaborazione il professor Franco Stella, chirurgo toracico, e l’équipe infermieristica». All’operazione era presente anche il dottor Fabio Caramelli, direttore dell’Anestesiologia e rianimazione pediatrica: «Un intervento complesso pure dal punto di vista anestesiologico e il paziente si è ripreso in fretta anche perché è stata utilizzata un’anestesia mista, cioè loco-regionale con l’epidurale per eliminare il dolore nel post operatorio, e l’anestesia generale».

Nella storia dello studente, ha avuto un ruolo fondamentale il ponte tra Rizzoli e Sant’Orsola, una sorta di integrazione ante litteram, in anticipo rispetto al futuro che viene progettato in questo periodo. Il dodicenne romagnolo, infatti, prima dell’operazione chirurgica è stato sottoposto alla chemioterapia al Rizzoli, nel reparto guidato dal dottor Stefano Ferrari – che ha contattato direttamente il professor Lima – e presto tornerà allo Ior per un altro ciclo di chemio.

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