Uno Bianca, i fratelli Savi nello stesso carcere

Fabio trasferito a Bollate, dove anche Roberto è detenuto. Sconcerto nei familiari delle vittime: “Un dolore continuo”. Il ministro Orlando chiede chiarimenti

Fabio Savi e, dietro, il fratello Roberto

Fabio Savi e, dietro, il fratello Roberto

Bologna, 3 gennaio 2018 - Alla vigilia dell’anniversario della Strage del Pilastro (il 27esimo) una notizia torna a sconvolgere i familiari delle vittime della banda della Uno Bianca, che tra il 1987 e il 1994 uccise 24 persone e ne ferì oltre cento.

I fratelli Fabio e Roberto Savi, condannati all’ergastolo come l’altro fratello Alberto, si trovano nello stesso carcere. Quello di Bollate a Milano. Alcuni mesi fa Fabio Savi, detto ‘il lungo’, aveva chiesto e ottenuto il trasferimento dal carcere di Uta (Cagliari) e ora è nella stessa casa circondariale dove il fratello Roberto era già detenuto.

Da tempo Fabio Savi, 57 anni, chiedeva di poter scontare la sua pena in una struttura penitenziaria che permettesse di svolgere attività lavorative e dopo il parere favorevole degli assistenti sociali ha inoltrato personalmente la richiesta di trasferimento.

Sconcerto nei familiari delle vittime della banda. "Fino ad ora i fratelli Savi non erano mai stati nello stesso carcere e devo dire che questa cosa non mi piace affatto, anzi mi preoccupa. – ha commentato Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della banda della Uno Bianca. Per noi parenti delle vittime è l’ennesima ‘botta’, che arriva dopo i permessi premio concessi all’altro fratello, Alberto, e a Marino Occhipinti".

La notizia ha suscitato la disapprovazione dei familiari delle vittime, ma ha anche spinto il ministro della giustizia Andrea Orlando a chiedere al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria una relazione per avere informazioni e chiarimenti sulla questione.

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"Non me lo aspettavo - continua -. E’ un dolore continuo, che si rinnova, sapere che queste persone colpevoli di terribili omicidi possano avere addirittura la possibilità di incontrarsi".

"Da quello che mi risulta non sono nella stessa sezione - dice l’avvocato Fortunata Copelli, legale di Fabio Savi -, quindi non credo che si siano incontrati. Nel caso uno dei due avanzasse una richiesta di colloquio dovrà essere valutata dal direttore del carcere che poi nel suo ambito deciderà".

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