Bologna, vaccini obbligatori: prima diffida

Materna Dozza, una famiglia scrive all’istituto: "Non chiedeteci il curriculum"

Vaccini obbligatori, foto di repertorio

Vaccini obbligatori, foto di repertorio

Bologna, 13 settembre 2017 - La prima diffida a non chiedere il ‘curriculum vaccinale’ è arrivata. Ed è su tavolo della segreteria dell’istituto comprensivo 5 di via Lombardi cui fa capo la materna Dozza. «Fino all’ultimo cercheremo di recuperare…», anticipa il preside Vincenzo Manganaro. Ancora un giorno e poi i portoni si apriranno per il primo giorno di scuola.

Lì sarà la prova della verità per quell’obbligo vaccinale introdotto meno di un mese fa per ogni under 16 che entri in classe. E, soprattutto, lo sarà per i bimbetti della materna (3-5 anni) che avevano la consegna dei documenti l’11 settembre. Del resto solo per loro, la circolare congiunta Miur-ministero della Salute parla molto chiaro: «Il minore sarà escluso dall’accesso ai servizi», ma rimarrà iscritto in modo tale che, in caso ravvedimento della famiglia con spedizione dei documenti necessari o delle vaccinazioni obbligatorie (entro il 10 marzo), il bambino potrà ritornare in classe.

Che fare, dunque? Fino a una manciata di giorni fa, nebbia fitta. Poi l’Ufficio scolastico regionale, attraverso il direttore generale Stefano Versari, ha stilato linee guida operative che i presidi stanno attuando in toto: linea morbida. Tanto lavoro di persuasione, telefonate, mail e incontri. Evitando, così, «qualsivoglia conflitto relazionale e clamore comunicativo» con le famiglie. Questo perché «il contesto scolastico richiede sempre, anche nelle circostanze più complesse, la ricerca di un dialogo costruttivo». E se proprio un bambino ‘non in regola’ si dovesse presentare al portone, via Castagnoli ricorda come «il diniego dell’accesso assuma rilievo amministrativo e il procedimento relativo dovrà concludersi con provvedimento formalizzato e motivato».

Ecco perché suggerisce «una ipotesi di provvedimento, elaborato d’intesa con l’Avvocatura distrettuale dello Stato di Bologna ». Dopo di che, se i genitori volessero comunque portare alla materna il figlio, il preside «deve segnalare tempestivamente la circostanza all’Asl, all’Usr, per l’eventuale raccordo con l’Autorità giudiziaria, ove necessario».

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