Vasco Rossi testimone in tribunale. "Salvati mi ha tradito, non gli devo soldi"

In aula nel processo contro l'ex manager e amico. "Era bravo, ma non sapeva integrarsi con la squadra"

Vasco Rossi lascia il tribunale di Bologna (Ansa)

Vasco Rossi lascia il tribunale di Bologna (Ansa)

Bologna, 15 febbraio 2017 – «Signor giudice, ho rimandato la partenza per gli Stati Uniti perché volevo essere qui a parlare con lei». Inizia così la testimonianza di Vasco Rossi, parte civile nel processo che vede imputato il suo ex manager Stefano Salvati (guarda le foto). 

Il Blasco, rappresentato dall’avvocato Guido Magnisi, è arrivato in tribunale nel primo pomeriggio, protetto da guardie private e forze dell'ordine. Poi ha risposto alle domande del pm, della parte civile e dell’avvocatro della difesa, Raffaele Miraglia, per oltre un'ora e mezza. Un fiume di parole per dire la sua nel procedimento che vede il suo ex amico ed altrettanto ex storico manager Stefano Salvati imputato per calunnia nei confronti della rock star di Zocca. «Lui è l’avvocato ostile?», ha chiesto, quando è toccato a quest’ultimo prendere la parola.

Il komandante di Zocca ha ricostruito gli inizi del rapporto con Salvati, l’amicizia, le collaborazioni e la scelta, a fine 2012, di nominarlo manager. «C’erano però difficoltà con gli altri, non si riusciva a integrare con la squadra», ha spiegato, riferendosi alla scelta di rescindere il contratto, a settembre del 2013. Poi, si è entrati nel merito della questione, il contratto per la tutela della privacy del cantante, firmato dal manager ad aprile 2013. Ad aprile 2014 Salvati citò in giudizio civile il rocker, chiedendo il pagamento della prima rata di un compenso a suo dire previsto dal patto: si trattava di 6 milioni in 30 anni, 200mila euro annui. Rossi replicò querelando e sostenendo che l'accordo sulla privacy, uguale per tutti, non prevedeva compensi accessori allo stipendio stabilito. La Procura fece fare una consulenza tecnica che concluse per la falsità dell'accordo in possesso di Salvati.

L'atto, ritenuto falso dall'accusa, porta comunque la firma del cantante. «Non posso affermare con certezza che non è la mia, sembrano tutte e due le mie», ha detto Rossi rispondendo sul punto al giudice. Ma quando Salvati gli chiese altri soldi «sono caduto dalle nuvole, ero allibito», ha spiegato Vasco. «Io gli ho dato 400mila euro in un anno – ha detto Vasco Rossi –. Lui è un bravo ragazzo, era bravo a fare i videoclip, ma quella cifra non la prendono neanche i grando manager negli Stati Uniti. Io già lo pagavo abbondantemente, perché gli avrei dovuto dare altri soldi? Per nascondere cosa poi?».

"Io avevo nei confronti di Stefano affetto e fiducia e lo consideravo un amico, mi sono sentito tradito nell'amicizia che per me é un valore fondamentale nella vita", ha detto tra l'altro il rocker. L’udienza, non senza qualche battuta e toni sopra le righe per un’aula penale, si è conclusa intorno alle 18. Il Blasco ha anche tenuto a specificare che se mai si arriverà a un risarcimento, tutti i fondi andranno alla comunità Abele di Don Ciotti. «Tutto è bene quel che finisce bene – ha detto il Blasco – A Modena faremo un record mondiale».

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