Maxi conto agli studenti Unibo a Venezia, ora c'è l'esposto

Presentato dai quattro giovani giapponesi alla Guardia di Finanza. Scontrino da 1.143 euro, ecco cosa avevano ordinato al ristorante

Una bistecca in una foto d'archivio PressPhoto

Una bistecca in una foto d'archivio PressPhoto

Bologna, 22 gennaio 2018 - Un maxi-conto di 1.143 euro per un pranzo di quattro persone in una osteria nel centro di Venezia, vicino a piazza San Marco: è quanto hanno denunciato quattro studenti giapponesi alla Guardia di Finanza di Bologna. Secondo il racconto dei quattro stranieri che studiano all'università sotto le Due Torri ed erano andati in gita nella città lagunare, il totale addebitato per il pranzo corrisponderebbe a quattro fiorentine, una frittura mista di pesce, vino, acqua minerale e servizio. L'esposto ai finanzieri è stato presentato questa mattina. Ora le fiamme gialle avvieranno le verifiche del caso. L'episodio era stato reso noto alla piattaforma civica "Gruppo 25 aprile".

Non 4 bistecche qualsiasi, quindi come si era detto in un primo momento ma 4 'fiorentine' da 400 grammi l'una, e poi vino rosso, degli apertivi prima del pranzo, e un'unica frittura di pesce, ma per quattro persone. Comincia a delinearsi nei dettagli l' "affaire" del maxiconto, pagato dai quattro studenti giapponesi in un'osteria vicino a San Marco. Non solo acqua, come riferito in un primo tempo da Marco Gasparinetti, portavoce del 'Gruppo 25  Aprile' (che aveva reso nota la vicenda), ma anche del vino. Voci non confermate parlano di un paio di bottiglie di Amarone.

La polizia municipale di Venezia, in ogni caso, oggi a sentito a sommarie informazioni lo stesso Gasparinetti, ed ha avviato un'indagine, acquisendo la documentazione dei due esposti presentati da giovani giapponesi alla Gdf di Bologna. Materiale tra cui compaiono le strisciate delle carte di credito - 1.143 euro per i quattro ragazzi, e 314 euro per altre tre loro amiche, che avevano pranzato in un altro locale - ma non gli scontrini fiscali, che non sono stati rilasciati. E questo, dunque, rende impossibile documentare analiticamente i prezzi pagati per ogni singola consumazione. Gli studenti giapponesi caduti nella presunta 'trappola' commerciale, hanno presentato alle 'fiamme gialle' non una denuncia per truffa, ma un esposto (o informativa) sul pagamento, ipotizzando la violazione fiscale per il mancato rilascio dello scontrino. 

La denuncia per truffa può essere presentata in ogni caso entro 90 giorni dal fatto - l'episodio è del 5 dicembre 2017 - è perciò i sette universitari potrebbero farlo successivamente. Nelle prossime ore gli uomini della municipale di Venezia sentiranno le versioni dei gestori dei due locali, per fare chiarezza anche sugli aspetti fiscali e le eventuali violazioni tributarie. 

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