Bologna, sfratti rimandati in via Gandusio. Occupata una palestra

Una dozzina di famiglie dovrà lasciare gli immobili il 12 aprile. Maxi progetto di riqualificazione del Comune

Il presidio in via Gandusio (Schicchi)

Il presidio in via Gandusio (Schicchi)

Bologna, 23 febbraio 2017 – Dell’alta tensione prevista, questa mattina in via Gandusio, nessuna traccia. La dozzina di famiglie dei civici 6 e 8 che doveva essere sfrattata dall’ufficiale giudiziario, dopo che da tempo il loro contratto con Acer era scaduto e si trattava di fatto di un’occupazione abusiva, potrà rimanere nei propri alloggi fino al 12 aprile.

Ma sul finire di mattinata, passata senza scontri, gli attivisti di Asia-Usb e dell’associazione Pugno chiuso hanno deciso di occupare la palestra sottostante i palazzi, in disuso da anni. Un’occupazione nata per “per dare vita ad un centro di aggregazione popolare, solidale, di incontro e dibattito, di sport e socialità”, hanno fatto sapere gli attivisti che hanno intitolato lo spazio a Abd El Salam Eldanf, facchino, militante, delegato Usb che ha perso la vita durante uno sciopero a Piacenza.

Dal Comune, però, nessuna retromarcia sul maxi progetto che coinvolgerà i palazzi dai civici 6 al 12, di proprietà dell’ente. L’imponente opera di riqualificazione, garantita con un finanziamento regionale di 3,7 milioni, consentirà di aumentare i 160 alloggi a disposizione e i cantieri dovranno partire entro l’estate, pena la perdita d’accesso al fondo.

Attualmente in via Gandusio ci sono 80 alloggi assegnati con procedura Erp, 14 occupati senza titolo e per i quali sono in corso gli sfratti, 27 sfitti di cui 8 occupati abusivamente. Per 80 famiglie sono già iniziati i colloqui per gli spostamenti in altri immobili Acer.

AGGIORNAMENTO - Liberata la palestra di via Gandusio

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