Alla Yoox nasce la banca delle ore: l'autogestione del lavoro

Innovativo accordo: in azienda o a casa quando serve davvero

Alla Yoox si sperimentano nuovi ritmi di lavoro

Alla Yoox si sperimentano nuovi ritmi di lavoro

Bologna, 22 settembre 2015 - Una flessibilità positiva esiste: si chiama ‘Banca delle ore’. La prevede la legge, anche se finora poche aziende, in Italia, avevano accettato di sperimentarla. Alla Yoox spa, unità produttiva di Bentivoglio (all’Interporto) è in vigore da 22 giorni. Merito di un accordo siglato la scorsa estate con la Filcams-Cgil, che dall’azienda di Marchetti ha introdotto la misura con l’obiettivo di estenderla il più possibile. «La nostra idea – spiega Stefania Pisani di Filcams, che ha proposto e seguito tutta la trattativa – è partire da Yoox per dimostrare la bontà di un modello da estendere poi a tutti i lavoratori dell’Interporto e da lì al resto delle aziende del territorio».

Di che si tratta? In sostanza di scambiare gli straordinari con il tempo a disposizione per starsene a casa, viaggiare o, semplicemente venire incontro a esigenze familiari improvvise, conciliando così i tempi di vita con quelli di lavoro. I dipendenti che entro lo scorso luglio hanno deciso di aderire alla banca delle ore, questo dice il patto, dal 1 settembre possono in sostanza prestare all’azienda delle ore di straordinario quando serve e decidere di riprendersele quando vogliono loro.

Lo scambio è equo: si lavora oltre l’orario quando serve all’azienda e si sta a casa quando serve al dipendente. Basteranno solo due giorni d’anticipo: «La richiesta di un riposo compensativo – recita l’accordo – va effettuata al proprio responsabile entro il giovedì di ogni settimana, per poterne usufruire la settimana successiva». Il lavoratore potrà così accumulare ore per poi decidere di ripendersele (da un’ora di permesso fino a giorni interi). E se non ne ha bisogno, entro fine anno le ore del suo ‘conto in banca’ si trasformeranno in soldi in busta paga.

«Questo accordo è per noi e per i nostri lavoratori un punto di partenza importante – commenta Pisani –, perché riconosce la crescente necessità di flessibilità delle aziende e la trasforma in positivo, permettendo alla domanda di incrociarsi con la richiesta di tempi di conciliazione per i lavoratori».

Un passo avanti, insomma, «che parla di un sindacato tutt’altro che arroccato sui suoi punti fermi: riconosciamo il momento storico, la costante richiesta di flessibilità e ci impegniamo con le aziende che ce lo consentono per trovare soluzioni congeniali alle loro necessità e al rispetto dei lavoratori». Un’alternativa possibile, infine, «ai contratti al ribasso che continuiamo a vedere in giro, con aziende continuano a legare la parola flessibilità con i sacrifici dei dipendenti, la mortificazione delle persone e il disdettamento di contratti nazionali e accordi integrativi». Sembra concordare Yoox, che d’altro canto, in caso di cali produttivi, dopo un confronto con il sindacato, potrà utilizzare il 20% delle ore accantonate per ridurre temporaneamente la forza lavoro.

La sperimentazione, per il momento, riguarda esclusivamente quelli che lavorano nella sede dell’Interporto. Ovvero fotografi, informatici, programmatori, addetti alle vendite. Con la speranza di allargare a macchia d’olio la ‘banca delle ore’ a tutti e mille i dipendenti dell’azienda. Puntando sulla possibile spinta verso nuove assunzioni che l’azienda si appresterebbe a fare in modo più cospicuo del solito – così dicono i rumors –, nel corso del 2016. Grazie alla crescita del mercato e agli effetti positivi della fusione con Net-A-Porter e a una nuova dimensione che potrebbe portare in futuro anche alla concentrazione della logistica del nuovo gruppo sotto le Due Torri.

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