Bologna, 29 settembre 2011 - L’Istituzione biblioteche costa al Comune di Bologna 1.084.000 euro all’anno, il 60% del budget della cultura, e visto che bisogna fare delle scelte e puntare su Sala Borsa, “se ci sono strutture a 200 o 400 metri da lei, bisogna avere il coraggio di chiuderle, perche’ non ha senso”. E “chi ci lavora, va spostato nello stesso ambito”. L’assessore comunale alla Cultura, Alberto Ronchi, in commissione a Palazzo D’Accursio a torna a parlare di scelte da fare e di priorita’ da dare.
Per perseguire il sogno di tenere aperta Sala Borsa la domenica, bisogna “accettare una sfida e riformare, perche’ le rendite di posizione non esistono piu’”. Per quanto riguarda le biblioteche di quartiere, che l’assessore aveva gia’ detto di voler valorizzare. “devono essere punti forti, vicino a luoghi frequentati, come gli ipermercati, non devono essere sperdute”. E poi, ribadisce Ronchi, “devono offrire nuovi servizi”.

CONCERTONE E DINTORNI

Intanto “non sono i Radiohead”, ma la trattativa “molto complessa” per il concertone in piazza Maggiore a Bologna in giugno c’e’. Cuore della questione, pero’, spiega oggi l’assessore comunale alla Cultura Alberto Ronchi a margine di una udienza conoscitiva in commissione, “e’ lo schermo del Cinema in piazza” che riduce la capienza della piazza e quindi del pubblico. Perche’ in giugno lo schermo ci dovra’ essere per il cinema ed e’ vero “che e’ lungo da montare e che prende molto spazio”. Non va dimenticato, spiega Ronchi, che avere lo schermo gia’ montato significa anche ‘rubare’ spazio per il pubblico e che non lo si puo’ nemmeno smontare e rimontare. Ed e’ questa la trattativa “piu’ difficile”. C’e’ una cosa, pero’, che l’assessore ci tiene a dire: “Il management dell’artista col quale stiamo parlando e che e’ venuto a vedere piazza Maggiore, ha trovato che e’ uno degli spazi piu’ belli che abbia mai visto, quindi il concerto lo vuole fare. Insomma, anche se non andasse in porto stavolta, di sicuro lo faremo”.

In commissione, Ronchi va a braccio e tratta tantissimi argomenti. Ma, sempre in tema musica, nel rispondere a una domanda del consigliere Pd Francesco Critelli su Parco Nord, conviene con lui che quello spazio “puo’ diventare luogo per eventi di due o tre giorni”, di festival dunque. “Pero’, aggiunge, servono servizi adeguati che li’ ancora non ci sono. Se riusciamo a rendere quell’area appetibile e’ vero che le organizzazioni ci chiederanno di portarci attivita’, con un grande beneficio per la citta’”.

L’assessore non vuole e non puo’ ancora dire quante risorse ci saranno per il suo settore; “sara’ un bilancio faticoso”, ricorda, ma vuole comunque chiarire le sue linee. Tanto per cominciare, la cultura nella sua visione ha due scopi: “Fa coesione sociale, quindi non e’ detto che ci siamo ritorni immediati”, ma serve anche per “promuovere la citta’ e portare fondi”. Quindi “basta coi finanziamenti a pioggia, scelta che io, anche politicamente, non condivido”. Puntare su alcune priorita’ e’ la sua ambizione. A partire dalla musica classica, dal rock, dal jazz “che sono eccellenze”, e allora “bisogna aggregare e far conoscere le nostre stagioni di classica, dare un’immagine alla citta’ che si possa vendere fuori”, perche’ “il turismo culturale si costruisce”. La tradizione rock esiste ancora, “ma le istituzioni non sono riuscite a valorizzarlo”; il cinema in piazza “e’ unico al mondo, rivendichiamolo”; il laboratorio di restauro della Cineteca “e’ uno dei due al mondo ed e’ un patrimonio che non voglio perdere”, e’ anche per questo che “trasformeremo la Cineteca in fondazione entro dicembre, e spero che ci sia condivisione anche da parte dell minoranze in Consiglio”.

Il Comune ha una serie di convenzioni in essere “sulle quali non vorrei aggiungere” altri fondi. E anzi, chi ha rapporti con il Comune si deve assumere l’onere di dare certi tipi di risposta, “senno’ chi paga e’ l’amministrazione e i cittadini”.
L’Arena del Sole, per esempio (convenzione fino al 30 giugno 2013 per 636.000 euro) dovrebbe mettere insieme delle produzioni che abbiano visibilita’. “Senza offendere nessuno, Vito e il Civisi, che pure piace ai bolognesi, a Palermo non ce la comprano. Non dico che non bisogna farlo, ma che bisogna anche innovare”, sprona Ronchi.

Mentre le facce dei consiglieri di minoranza, in particolare tra il Pdl, si illuminano l’assessore e’ un fiume in piena. Il Testoni (convenzione fino al 2013 per 206.000 euro) “e’ una realta’ importante, vediamo se si puo’ relazionare con l’Antoniano e il BabyBoFe’”, aggiunge Ronchi. Teatri di Vita (140.000 euro), invece, “deve aprirsi e mettersi in collegamento con altre realta’, non puo’ limitarsi alla sua programmazione, deve mettersi in gioco, pur rispettando la sua vocazione, deve aprire le porte”. Il Comune sta tentando di creare un sistema di convenzioni “chiare”, e anzi, Ronchi ci tiene a specificare che “con la Regione non c’e’ competizione, ma un confronto costante per valorizzare insieme”.
Tra le istituzioni del Comune, poi, ci sono i musei (con un budget di 606.000 euro) che “vanno messi insieme anche con gli altri: riorganizziamoli, concentriamoci sui servizi, come i bookshop, visto che alcuni sembrano dei tempi della Repubblica democratica tedesca”.

No, invece, alle grandi mostre: “Bologna se le deve dimenticare, non e’ un sistema che si crea dal giorno alla notte e non paga”. Quindi anche il Mambo, piu’ che fare grandi mostre “deve aprire alle attivita’ e diventare luogo di contaminazione del contemporaneo, dalla musica in la’”. Per quanto riguarda il Mambo (600.000 euro dal Comune) e la Cineteca, poi, Ronchi vuole il ponte che era nei progetti: “Ne stiamo gia’ parlando con l’Universita’, perche’ non e’ pensabile che dal museo per arrivare alla manifattura, si debba fare il giro del quartiere”. E ancora, nei piani dell’assessore c’e’ anche l’idea di non fare piu’, come istituzione, la selezione dei giovani artisti: “Noi diamo indirizzi, questo dobbiamo fare, e poi ci devono essere i convenzionati che fanno le selezioni”.
All’assessore”.

Di piu’, tra le linee di Ronchi c’e’ pure un lavoro da fare all’interno del suo assessorato: “C’e’ troppa verticalita’, voglio riordinarlo, perche’ c’e’ troppa gerarchia in questo Comune e io voglio valorizzare i dipendenti pubblici creando condivisione e svecchiando la macchina. Io non sono l’uomo unico al comando”. In commissione i consiglieri di minoranza strabuzzano gli occhi. Daniele Carella (Pdl) annuncia gia’ che “se queste sono le linee e Ronchi le persegue, non escludo che avra’ il mio voto”.

Valentina Castaldini (anche lei Pdl) parte con un “finalmente” e parla addirittura di “rivoluzione, che pero’ non so se trovera’ condivisione nella maggioranza che sostiene l’assessore”. Il capogruppo Pdl Marco Lisei e’ piu’ blando, ma e’ convinto che “bisognasse rovesciare il tavolo e sono d’accordo sul metodi di Ronchi, poi voteremo caso per caso”. Per il berlusconiano, peraltro, “la Manovra obbliga a fare delle scelte e a prendersi delle responsabilita’, quindi va dato merito e credito all’assessore”. Anche Francesca Scarano (Lega) dice di condividere alcune delle affermazioni di Ronchi, e Massimo Bugani (M5s) apprezza “piglio e tono dell’assessore, visto che sulla cultura si tentenna da anni”. Certo, pero’, auspica poi, che la riorganizzazione del Teatro comunale “deve essere condivisa con tutto il personale, non solo col sovrintendente e il primo violino”. E sulla Cineteca “non sono sicuro dell’utilita’ della sua trasformazione in fondazione, non vorrei togliesse risorse ad altre realta’”. Detto questo, pero’, anche Bugani sembra lasciarsi conquistare.(SEGUE)

L’ammirazione dei consiglieri di minoranza e’ talmente palese che “costringe” Ronchi a ricordare che “sono uno uomo della maggioranza e mi ci riconosco, pure se apprezzo le condivisioni”. Benedetto Zacchiroli (Pd) approva le linee “comprese quelle piu’ provocatorie”, Cathy La Torre (Sel) da’ l’ok su “indirizzo forte e visione d’insieme” dell’assessore e da’ alcuni suggerimenti come quello di dare accesso a Mambo e Sala Borsa, “con regole chiare” a chi crea piccoli festival e non ha spazi. La consigliera pensa anche che sarebbe utile “fare un mappatura di realta’ e spazi e metterli in rete, magari creando una vetrina virtuale dove li si possono anche promuovere”.

Lorenzo Cipriani (Sel) dice di “stupirsi di quelli che si stupiscono” e chiede delucidazioni sulle grandi mostre.
Francesco Critelli (Pd) approva l’approccio di Ronchi sui centri sociali: “Sono realta’ importanti per la cultura, ma e’ bene assumere un atteggiamento da ‘patti chiari e amicizia lunga’”. E poi stipulare convenzioni con loro “li rende responsabili delle loro scelte”. Dalla Regione, intanto, l’Italia dei valori manda a dire che “le esperienze dei centri sociali rappresentano una ricchezza per la citta’ e che la via degli accordi e delle convenzioni sono la strada maestra per coniugare liberta’ di espressione e sicurezza”. Mariaraffaella Ferri chiede invece di dare spazi alle piccole realta’, dalle corali alle associazioni di teatro, che si autofinanziano ma soffrono.

Piu’ dubbiosa Rossella Lama (Pd) che, pur d’accordo su molte linee di Ronchi teme che la Cineteca chiuda ai nuovi talenti. E poi chiede se Villa Spada e Villa delle Rose rientrino tra le biblioteche “sperdute”: sono “piccoli mondi che possono essere ricettacoli di attivita’ nei quartieri”.
Sul riordino della macchina comunale, “spero che avremo autonomia per farlo- aggiunge- e’ una grande sfida della quale ci sarebbe bisogno di discutere in maggioranza”.

Ronchi, nella replica, chiarisce: “Non rinuncio al dialogo, visto che piu’ condivisione c’e’ meglio e’”. Poi si devono distinguere i ruoli: “I consiglieri fanno bene a fare le loro considerazioni, ma io amministro tutti i cittadini e devo garantire un’offerta culturale alle condizioni che mi sono date”. Tornando sulla macchina comunale ribadisce che “va sbloccata, ci sono grandi cervelli qui che vanno utilizzati”. Il sindaco “lo ha gia’ annunciato e io ci credo”, puntualizza. A Lama, che non vuol sentir parlare il Pdl di tagli come occasione, Ronchi risponde che “questa questione non puo’ essere usata strumentalmente, ma e’ vero che c’e’ un quadro oggettivo entro il quale devo muovermi e sono obbligato a farlo, quindi e’ una sfida da accettare”. Poi fa appello a tutti coloro che hanno dubbi sulla trasformazione della Cineteca in fondazione: “non rinunciamo a innovazione, vi invito a sostenere un passaggio che e’ un bene per la citta’, non si possono salvaguardare i piccoli pezzettini”.