Bologna, 27 gennaio 2013 - Quanta confusione e difficoltà nella scelta di una bottiglia di whisky! Questo pregiato distillato scozzese appartiene ad un mondo affascinante ma poco esplorato, fatto di molteplici sfaccettature alle quali corrispondono sapori, profumi e di conseguenza gusti completamente diversi.

La prima questione da accertare è se si preferisce un whisky ‘single malt’, cioè proveniente da una sola distilleria e da un solo distillato oppure un whisky ‘blended’ ottenuto dalla miscela di distillati provenienti da diverse distillerie il cui assemblaggio porta comunque ad ottenere un risultato sempre molto omogeneo e rappresenta la maggioranza come quantità di whisky sul mercato. I più pregiati sono quelli single malt ma non è raro incontrare dei blended di altissimo livello.

Originale è il whisky torbato, tipico delle isole Skye e Islay i cui terreni sono molto ricchi di torba, combustibile che quando viene bruciato per essiccare i cereali emana un fumo particolare e inconfondibile che caratterizza l’aroma del distillato.

Di notevole valore sono i distillati a gradazione piena, i famosi ‘full proof’, messi sul mercato con una gradazione alcolica che può arrivare a 70 gradi, quasi il doppio del normale, così da acquisire il massimo delle sfumature qualitative. Sono rivolti a veri intenditori.

Molto apprezzato, anche se spesso non se ne conosce il significato, è il whisky ‘dubble matured’ che durante il periodo d’invecchiamento viene trasferito dalle botti di rovere ad altri tipi di botti che provengono dalla maturazione di Porto, Sherry, Madera e che quindi si portano dietro profumi e aromi di questi nobili vini liquorosi.

Concludendo, scegliere una bottiglia di whisky non è semplice, tra l’altro determinante è la zona di produzione in quanto oltre allo Scotch whisky (di origine scozzese) si trovano ottimi Irish whiskies (Irlanda), Bourbon e Tennessee whiskies (Stati Uniti) e da qualche anno anche il Giappone sta ottenendo ottimi risultati. Prosit.

di Marco Nannetti

di Marco Nannetti