Bologna, 11 aprile 2013 - Recuperare gli archivi bolognesi dell’800 e ‘900 a rischio dispersione e renderli accessibili on line a cittadini e studiosi. E' l’obiettivo del progetto “Una città degli Archivi” avviato nel 2007 dalle Fondazioni del Monte di Bologna e Ravenna e Carisbo, che per la conservazione fisica dei documenti, la ristrutturazione degli ambienti dove sono conservati e l’informatizzazione hanno investito in questi anni sei milioni di euro. Al progetto, coordinato da un comitato scientifico di esperti (con Linda Giuva, Mariella Guercio, Guido Melis, Stefano Vitali e Isabella Zanni Rosiello coordinati da Angelo Varni) ha lavorato un’ottantina di persone, tra archivisti, restauratori, storici della fotografia, informatici e specialisti nel campo della digitalizzazione.

 

“L’intervento delle Fondazioni in campo museale non può essere considerato solo dal punto di vista dell’oggetto, ma anche per il fatto che, in una situazione di grandissima difficoltà, le Fondazioni sono tra le pochissime realtà esistenti che hanno consentito di dare lavoro a persone giovani e preparate”, sottolinea il presidente della Fondazione Carisbo, Fabio Roversi Monaco.

 

Il gruppo di lavoro ha messo in ordine circa 200 archivi, raccolte di documenti cartacei, ma anche di foto, video, manifesti, appartenuti a famiglie, partiti politici, sindacati, ospedali, scuole, istituzioni culturali, enti locali e uffici periferici dell’amministrazione dello Stato. Il lavoro ha prodotto un patrimonio di 307.000 schede descrittive e 38.000 parole chiave. Dal 2010 il progetto è entrato in una nuova fase che ha portato alla realizzazione, in collaborazione con l’Ibc dell’Emilia-Romagna, del portale presentato questa mattina in San Giorgio in Poggiale. Per visitarlo e utilizzarlo: www.cittadegliarchivi.it

 

E' stato dunque creato uno strumento utilizzabile da studiosi e storici, ma anche da semplici cittadini e studenti alla ricerca di notizie sulla storia di Bologna piu’ recente. Ad oggi sono consultabili le descrizioni e le riproduzioni digitali di quasi una cinquantina di archivi e entro l’anno si punta a mettere on line un centinaio dei 200 archivi salvati.
“Si tratta di un’iniziativa unica in Italia. Questo è un progetto riuscito”, rivendica Roversi. “Non è detto che insieme si vinca, ma da soli sicuramente si perde”, aggiunge il numero uno della Fondazione del Monte, Marco Cammelli, evidenziando la collaborazione tra i due enti. “Questo è un progetto di portata nazionale, che valorizza il bene più importante per una comunità, la memoria”, conclude.