Bologna, 16 aprile 2014 - La galleria Oltredimore (via del Porto 48 a/b) presenta la mostra personale di Alessia De Montis To be apple or not to be apple. Un dubbio amletico sull'amore Platonico: una serie di opere inedite - fotografie, video e installazioni - alcune delle quali interattive, frutto  di  un  progetto  iniziato  dall’artista nel  2012 a  New York,  che  parte dalla  grande  illusione dell’esistenza dell’  “altra metà”,  che mai  combacerà perfettamente, come  solo possono le  due parti di  una stessa mela. La vernice è in programma per venerdì 17 aprile a partire dalle 19 e l'esposizione rimarrà aperta fino al 28 giugno.

L’arte di Alessia De Montis è un’indagine sui dilemmi e misteri che affascinano e accompagnano l’uomo nel corso della vita in un processo di maturazione senza termine. Nel progetto in mostra, Alessia De Montis eleva una semplice mela a protagonista del sentire umano rimescolando riferimenti culturali del  tutto eterogenei,  fagocitando e sfatando miti e cliché: da emblema del peccato originale a pomo della divina discordia, da metafora platonica del perfetto amore a  strumento di conoscenza per la  scoperta della gravità, da simbolo della più viva e folle città statunitense a quello dell’informatica più evoluta… La mela diventa anche oggetto di crudeltà distruttiva,  sfregiata con un colpo letale inferto con mira precisa. In un solo istante tutto è perduto, rimane l’orrore di quanto è compiuto: le due metà separate per sempre che indicano il fallimento di qualcosa che è andato perduto. E non bastano le manipolazioni successive, la creazione della materia nuova per  rinsaldare quanto si è spezzato, per creare un’altra metà a nostra immagine e somiglianza. A conti  fatti l’aderenza perfetta delle due metà si rivela un’illusione.

Attraverso i tre concetti chiave accettare - manipolare - cuocere l’artista ci ricorda il nostro ruolo attivo nella personale ricerca della consapevolezza emotiva ed emozionale. L’accettazione del limite umano dura un istante ma richiede il coraggio di imbracciare “l’accetta” per dare un taglio netto al nostro ego e alle nostre proiezioni, che sono alla  base  dei  fallimenti  di  tutto  il  nostro  agire  e  delle  relazioni  basate  su  di  esse.  La  mela  della  De  Montis  urta, provoca e affascina causando moti interni che non si esauriscono nell’immediato, e il pubblico stesso è chiamato ad entrare in relazione con le opere.